
IL TYCOON ANNUNCIA “GRANDI PROGRESSI” DOPO UN LUNGO COLLOQUIO. NEL FRATTEMPO, L’UE VARA UN MAXI PIANO DI DIFESA AL 2030 PER RECUPERARE I RITARDI.
Alla vigilia dell’incontro con il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca per discutere della fornitura di missili a lungo raggio Tomahawk, Donald Trump ha avuto una “lunga e molto produttiva” conversazione telefonica con il leader russo Vladimir Putin.
L’ex Presidente USA ha parlato di “grandi progressi” e ha annunciato che i due leader hanno deciso di vedersi a Budapest per “valutare se possiamo porre fine a questa ‘ingloriosa’ guerra”. La prossima settimana, inoltre, si terrà una riunione dei Consiglieri di Alto livello per preparare il terreno.
Mentre le speranze si concentrano sulla possibile mediazione diplomatica, il conflitto sul campo non accenna a diminuire. La Russia ha continuato i suoi attacchi nella notte, lanciando oltre 300 droni e 37 missili che hanno colpito infrastrutture civili ed energetiche.
Parallelamente agli sforzi diplomatici, e spinti dalla preoccupazione di un possibile disimpegno degli Stati Uniti, i leader europei stanno cercando di accelerare il recupero degli “enormi ritardi” sulla difesa continentale e garantire un flusso costante di armi e denaro a Kiev.
L’Esecutivo UE ha presentato la sua nuova “Tabella di Marcia per la preparazione alla difesa 2030”, assumendo un ruolo di coordinamento tra i 27 Stati membri.
Le Quattro Iniziative Faro Europee:
La roadmap propone quattro progetti chiave volti a colmare le lacune critiche di capacità:
- Iniziativa Europea per la Difesa con Droni: Inizialmente denominata “muro di droni”, sarà completata entro il 2027 ed è stata estesa a tutto il fianco Sud, in linea con le richieste italiane.
- Eastern Flank Watch
- Scudo Aereo Europeo
- Scudo Spaziale di Difesa
L’Alta rappresentante Ue Kaja Kallas ha sottolineato l’importanza della collaborazione: “Solo lavorando insieme possiamo affrontare le carenze di capacità più complesse”.
Il Commissario Ue alla Difesa, Andrius Kubilius, ha avvertito che l’Europa è solo al 50% degli obiettivi di capacità fissati dalla NATO per il 2030. La roadmap mira a colmare questo divario, andando di pari passo con l’Alleanza Atlantica, con l’UE focalizzata sull’aspetto industriale e del mercato unico.
Kubilius ha parlato di un “vero e proprio big bang” per le finanze della difesa, stimando investimenti complessivi di 6,8 trilioni di euro entro il 2035 (di cui circa 3,4 trilioni destinati alla difesa vera e propria).
Per sostenere tali investimenti, che arrivano principalmente dai bilanci nazionali, l’UE ha messo in campo diversi meccanismi:
- Prestiti SAFE: Un programma da 150 miliardi richiesto da 19 Stati.
- Patto di Stabilità: La clausola di salvaguardia ha sospeso i vincoli, ampliando lo spazio fiscale di 16 Stati membri per aumentare la spesa militare.
- Fondi Recovery: Kubilius ha esortato gli Stati membri a rivedere i loro piani entro la fine dell’anno per destinare alla difesa i 300 miliardi di fondi del Recovery Fund non spesi.
La roadmap sarà discussa dai leader al Consiglio europeo del 23 ottobre, dove si affronterà anche il nodo dell’utilizzo dei 140 miliardi di prestiti dagli asset russi immobilizzati, un punto su cui persistono le resistenze di Paesi come Belgio e Ungheria.