Una nuova, drammatica notte di scontri ha infiammato il Medio Oriente, con l’Iran che ha lanciato una raffica di missili contro Israele. Le sirene d’allarme hanno squarciato il silenzio a Tel Aviv, mentre un missile ha colpito anche Gerusalemme, la città santa. La tensione è altissima e non sembra esserci alcun limite per Israele, che, secondo fonti interne, non considera “off limits” neppure la Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei. Nelle ultime 48 ore, rivela Axios, Israele avrebbe pressato l’amministrazione Trump per unire le forze in un conflitto volto a smantellare il programma nucleare iraniano. Le bombe non stanno scuotendo solo le città israeliane, ma anche le fondamenta del regime iraniano. Il potere di Khamenei appare messo a dura prova, con la Guida Suprema costretta a rimpiazzare il suo “inner circle” decimato dagli eventi. Tuttavia, la popolazione iraniana, stremata dalla situazione, sembra desiderosa di una svolta. In questo contesto di profonda crisi, Elon Musk ha gettato un sasso nello stagno riattivando il servizio Starlink in Iran, sfidando apertamente la censura del regime. Sui social, l’iniziativa è stata accolta con un appello che suona come una speranza: “Può essere il colpo finale al regime”.
Il conflitto tra Israele e Iran sta avendo ripercussioni significative a livello globale. Il fuoco incrociato ha interrotto la rotta aerea est-ovest attraverso il Medio Oriente, una delle principali a livello mondiale. L’escalation sta inoltre provocando un effetto domino sui mercati finanziari, già provati da mesi di incertezza legata ai dazi scatenati dall’ex presidente americano Trump.
I trader temono una scarsità di offerta di materie prime e stanno tornando a puntare sui beni rifugio. I listini asiatici, europei e statunitensi registrano perdite decise, sebbene inferiori a quelle delle peggior giornate interessate dagli annunci sui dazi. I prezzi del petrolio sono schizzati, con i futures sul petrolio che hanno chiuso le contrattazioni al Nymex con un rialzo dell’8%, dopo essere balzati di oltre il 13% nell’intraday, riaccendendo i timori di un nuovo picco dell’inflazione. Anche i futures europei sul gas naturale (TTF) sono saliti di quasi il 5%, superando i 38 euro/MWh, il livello più alto dall’inizio di aprile. Oltre ai rischi geopolitici, il rialzo dei prezzi del gas è influenzato anche dalla previsione di un calo della produzione di energia eolica nell’Europa nord-occidentale nel fine settimana.
L’oro, bene rifugio per eccellenza, è balzato di oltre l’1%, superando i 3.420 dollari e avvicinandosi al massimo storico di 3.500,05 dollari raggiunto lo scorso aprile, con gli investitori in cerca di sicurezza in un contesto di crescenti tensioni geopolitiche e incertezza economica.
Accanto alla crisi in Ucraina, i mercati internazionali seguono con crescente preoccupazione l’evolversi di quello che si preannuncia come un conflitto dalle conseguenze imprevedibili, nel tentativo di scongiurare una guerra nucleare.