
La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la legge della Regione Campania che consentiva al presidente uscente, Vincenzo De Luca, di candidarsi per un terzo mandato. La decisione è arrivata in seguito al ricorso presentato dalla Presidenza del Consiglio contro la norma regionale.
Secondo la Corte, la legge regionale n. 16 del 2024, nel consentire la ricandidatura di De Luca, viola l’articolo 122, primo comma, della Costituzione, che attribuisce al legislatore regionale il compito di disciplinare le ipotesi di ineleggibilità del Presidente della Giunta regionale nel rispetto dei principi fondamentali stabiliti con legge della Repubblica.
La legge regionale, infatti, prevedeva che il computo dei mandati iniziasse da quello in corso di espletamento alla data di entrata in vigore della legge stessa, rendendo così inapplicabile, per la prossima tornata elettorale, il divieto del terzo mandato consecutivo previsto dalla legge statale n. 165 del 2004.
La Corte ha sottolineato che il divieto del terzo mandato consecutivo opera per tutte le Regioni ordinarie, dal momento in cui esse hanno adottato una qualsiasi legge in materia elettorale, nel contesto di una scelta statutaria a favore dell’elezione diretta del presidente della Giunta regionale.
Con questa decisione, la Corte Costituzionale ha ribadito l’importanza del rispetto dei principi fondamentali stabiliti dalla legge statale in materia di eleggibilità dei presidenti di Regione, garantendo così l’uniformità del sistema elettorale su tutto il territorio nazionale.
“Accolta una tesi strampalata, in udienza, che ha fatto inorridire autorevoli costituzionalisti. La buona notizia è che ci sarà molto lavoro per gli imbianchini Si dovrà infatti cancellare in tutte le sedi giudiziarie del Paese la scritta: la legge è uguale per tutti”. Così il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, in merito alla decisione della Corte Costituzionale che ha bocciato la legge campana sul terzo mandato.