
Via libera del Consiglio dei ministri a un decreto ad hoc con il nuovo intervento sul Superbonus. Niente proroga, sulla quale il Mef si era subito detto contrario, ma c’è la possibilità per chi ha un reddito sotto i 15mila euro, di mantenere l’agevolazione attraverso un fondo per la povertà. Forza Italia: “Saranno tutelati imprese e cittadini più deboli”. I lavori con il Superbonus potranno continuare nel 2024 con un rimborso del 70%. Solo le fasce meno abbienti (per i single il tetto e’ un Isee di 15mila euro) potranno ancora avere il 110%.
“Sarà riconosciuto” il credito d’imposta per tutti i lavori realizzati e asseverati al 31 dicembre 2023;per le opere ancora da effettuare si è confermato il bonus al 70%. Ai singoli soggetti con Isee inferiore a 15mila euro sensibilmente aumentato in base ai componenti del nucleo familiare , si garantisce il credito del 110% anche per la quota di lavori non asseverati al 31 dicembre”. “In buona sostanza, chi non ha concluso i lavori entro l’anno non si troverà nella grave condizione di dover restituire tutti i crediti fino a quel momento maturati. In secondo luogo, per i lavori non conclusi al 31 dicembre e per compensare la quota che scenderà dal 110 al 70%, lo Stato interverrà utilizzando il fondo povertà con riserva di aumentarne la capienza durante l’esercizio finanziario. In questo modo le fasce meno abbienti non si dovranno fare carico della differenza”.
L’altro capitolo qualificante della riunione riguarda i tre decreti di attuazione della delega fiscale. Si tratta dello Statuto del contribuente, della collaborazione cooperativa (ovvero accordo tra Fisco e grandi imprese sulle tasse) e il contenzioso tributario. C’è poi un quarto decreto che contiene il primo modulo della riforma Irpef con il taglio a tre aliquote. Il testo è sostanzialmente uguale a quello approvato in esame preliminare: riduzione degli scaglioni di reddito dagli attuali quattro a tre con l’accorpamento dei primi due in un unico scaglione fino a 28.000 euro, cui si applica l’aliquota al 23%; oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro rimanenti l’aliquota del 35%; oltre 50.000 euro confermata l’aliquota del 43%. Per i redditi sopra 50.000 euro, però, il beneficio derivante dalla revisione delle aliquote viene neutralizzato prevedendo una franchigia di 260 euro sulle detrazioni al 19%, escluse quelle relative alle spese sanitarie.
Dal Cdm Assente la premier Meloni, costretta “a letto e al buio” per due giorni da un problema di otoliti. La conferenza stampa di fine anno, già posticipata due volte, si terrà il 4 gennaio alle 11. Salta la misura che prorogava gli sconti fiscali per i calciatori in arrivo dall’estero. Sui balneari se ne riparlerà a gennaio.
Sui bonus edilizi “ha vinto il buon senso e la ragionevolezza. Noi di Forza Italia siamo molto soddisfatti. abbiamo chiesto una sorta di sanatoria per evitare che cittadini perbene e imprese dovessero restituire i soldi e c’è stata. Ma nessuno ha perso”. Lo dice in un’intervista al Corriere della Sera il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. “È stata una trattativa dura. Ma ci siamo visti in preconsiglio con il ministro Giorgetti e il sottosegretario di Stato Mantovano e c’è stata comprensione. Abbiamo condiviso il principio – sottolinea il segretario di Forza Italia -. Tant’è che in Consiglio dei ministri il provvedimento è arrivato all’unanimità. Io sono contrario alle liti”. Per Tajani “la maggioranza è coesa. Poi certo si discute. In Consiglio dei ministri ci si vede per questo. Altrimenti ci scambieremmo delle e-mail”. “Il Superbonus è stato gestito malissimo dal governo Conte. Non si sono fatti i controlli e tanta gente si è presa i soldi senza aver fatto i lavori – sottolinea il vicepremier -. E ha creato un buco nei conti dello Stato. con la misura approvata adesso? Qui parliamo di cittadini perbene e imprese oneste”.