
Il 2024 si è rivelato un anno di estremi climatici per l’Europa, segnato da temperature record, inondazioni devastanti e un contrasto marcato tra le condizioni atmosferiche delle regioni orientali e occidentali. A rivelarlo è il rapporto “Stato Europeo del Clima 2024”, pubblicato dal Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (C3S) e dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (Omm), frutto della collaborazione di circa 100 scienziati.
Un anno, quello ppena trascorso, che ha infranto ogni record di temperatura, con le regioni centrali, orientali e sudorientali che hanno sperimentato picchi senza precedenti. Le temperature superficiali marine hanno raggiunto livelli mai visti, con un’anomalia di +0.7°C rispetto alla media generale e un allarmante +1.2°C nel Mar Mediterraneo. Il 2024 è stato anche l’anno delle inondazioni più estese dal 2013, con quasi un terzo della rete fluviale europea che ha superato la soglia di alluvione “elevata”. Tempeste e inondazioni hanno colpito duramente il continente, causando la morte di almeno 335 persone e interessando circa 413.000 individui.
Le ondate di calore hanno portato a un numero di giorni con stress termico estremo “forte” e “molto forte” che ha segnato il secondo valore più alto mai registrato. Allo stesso tempo, si è verificato un numero record di giorni con “forte stress” da freddo. Inoltre, l’area del territorio europeo con meno di tre mesi (90 giorni) di gelo ha raggiunto la sua estensione massima storica, coprendo circa il 69% del continente (la media è del 50%). “Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato in Europa”, ha dichiarato Carlo Buontempo, direttore del Servizio Copernicus sui cambiamenti climatici dell’Ecmwf. “Abbiamo assistito alla più lunga ondata di calore nell’Europa sud-orientale e a una perdita di massa glaciale record in Scandinavia e alle Svalbard”. Buontempo ha sottolineato l’importanza di utilizzare i dati e le informazioni sul clima per guidare le decisioni future.
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