
Meloni punta alla “elezione diretta del premier”, definendola una “priorità” del suo governo. Pd e M5s dicono no. Si rischia “un conflitto istituzionale” con il Colle, secondo +Europa. Spunta l’ipotesi di una commissione ad hoc. “Autonomia e riforma delle istituzioni centrali” sono “un unico pacchetto”, secondo la Meloni.
Alla fine solo Italia Viva apre all’elezione diretta del premier. Invece Pd, M5s, Più Europa e Verdi-Sinistra bocciano la scelta presidenziale di Giorgia Meloni. Elly Schlein afferma che la possibilità di un confronto dipende innanzitutto dall’atteggiamento del governo: “Al confronto non ci si sottrae mai, l’importante è che sia un confronto vero e non già deciso”, ha detto. E iniziare dicendo che si deve eleggere direttamente il presidente o il premier, appunto, significa presentare un lavoro già fatto, da prendere o lasciare. “Se hanno già deciso come va a finire non è un vero confronto, ed è difficile discutere”. Il confronto tra le due è stato “cordiale”, racconta chi era presente. Non sono mancate le battute, come quando la Schlein si è rivolta alla Meloni ha detto: “Perché non una democrazia illuminata?”.

La premier ha insistito sulla stabilità, sulla necessità di garantire un legame tra voto degli elettori e possibilità di portare avanti il programma di governo. “Abbiamo già chiarito la nostra contrarietà all’elezione diretta del presidente del Consiglio e del presidente della Repubblica. Non si tocca il ruolo del presidente della Repubblica”, ha ribadito la segretaria del Pd. Disponibile invece al confronto su misure che razionalizzino il sistema parlamentare, limitando le crisi al buio con la sfiducia costruttiva alla tedesca o seguendo lo schema spagnolo.


Contro l’elezione diretta netto anche il no di Verdi-Sinistra e di Più Europa: “L’ipotesi del sindaco d’Italia è una follia se non una sciocchezza”, dice Riccardo Magi. Mentre Giuseppe Conte non dice esplicitamente no all’elezione diretta del premier ma chiede che “Il rafforzamento dei poteri del premier” garantisca comunque “un quadro che si conservi complessivamente equilibrato” e che non si “non mortifichi il modello parlamentare che è molto utile per garantire inclusività e favorire la composizione dei conflitti”. Allo stesso modo è importante non intaccare “e questo ci sta, molto a cuore, la funzione del presidente Repubblica che nel nostro ordinamento ha una posizione di garanzia”. Conte, peraltro, apre al “dialogo in una commissione parlamentare costituita ad hoc”.


La Schlein dice che di eventuali bicamerali “non si è parlato”. “Lo strumento del confronto – dice in conferenza stampa – saranno loro a stabilirlo. A noi interessa la qualità e il perimetro del confronto”. E “se hanno già deciso come va a finire non è un vero confronto, ed è difficile discutere”. Il Pd ha chiesto anche una “moratoria sull’autonomia differenziata”. La Schlein avrebbe sentito sia Conte sia Carlo Calenda per avviare un minimo di raccordo. “Riteniamo importante che su questo le opposizioni abbiano un loro dialogo – dice Calenda – Per questo ci sentiremo con le altre opposizioni”. “La proposta di Calenda impegna Azione. Noi di Italia Viva riteniamo che non ci sia la necessità di un coordinamento con le opposizioni, tantomeno con i 5 stelle”, dice Maria Elena Boschi, secondo cui è “fondamentale l’elezione diretta del premier”, mentre Calenda parla di “indicazione” del presidente del consiglio, elencando un “range” di ipotesi che dall’elezione vera e propria “il sindaco d’Italia”, fino “all’indicazione del presidente del Consiglio come avviene in altri paesi”.

