“Non siete malati, siete vivi”. È questo il messaggio di Papa Leone XIV, che ha parlato ai giovani riuniti in una affollata spianata di Tor Vergata, a Roma. Il pontefice ha esortato i ragazzi a non temere i grandi interrogativi della vita, ma a vederli come un invito a un viaggio, un’opportunità per “superare sé stessi”.
Il Papa ha toccato anche il tema del consumismo, avvertendo che la felicità non si trova nell’accumulare beni. “Comprare, ammassare, consumare non basta”, ha affermato, sottolineando invece l’importanza di accogliere e condividere. Ha invitato i giovani a “alzare gli occhi” e a cercare la pienezza nei sentimenti di “tenerezza, bontà, umiltà, perdono e pace”, come insegnato da Cristo.
Durante l’omelia, Papa Leone XIV ha citato due figure particolarmente care ai giovani: i beati Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis, che presto saranno proclamati santi. Li ha proposti come modelli da seguire, invitando i ragazzi ad “aspirare a cose grandi, alla santità, ovunque siate”.

Il pontefice ha anche affrontato il tema della fragilità, invitando i giovani a non considerarla un “tabù”. Attraverso la metafora dell’erba che germoglia e poi secca, ha spiegato che la fragilità fa parte della vita e si rinnova continuamente. “Pensiamo al simbolo dell’erba: non è bellissimo un prato in fiore?”, ha detto, spiegando che pur essendo delicata, l’erba si rigenera e contribuisce a far vivere il campo.
“Non inganniamo il nostro cuore… Ascoltiamolo e facciamone uno sgabello su cui salire per affacciarci alla finestra dell’incontro con Dio”. Queste le parole di Papa Leone XIV, che ha rivolto un forte messaggio ai giovani riuniti per la celebrazione eucaristica del Giubileo.
Il Pontefice ha paragonato il cammino dei ragazzi a quello dei discepoli di Emmaus, che si allontanavano da Gerusalemme delusi, ma che, accogliendo Gesù come compagno di viaggio, hanno ritrovato la speranza. “Anche noi siamo fatti così”, ha spiegato il Papa, “per un’esistenza che si rigenera costantemente nel dono e nell’amore”.
Papa Leone XIV ha sottolineato come la “sete grande e bruciante” di un “di più” che i giovani provano non possa essere spenta da surrogati inefficaci. Ha invitato a non ignorare questo desiderio, ma a farne un punto di partenza per cercare l’incontro con Dio.
Il Santo Padre ha anche rassicurato i ragazzi sulla loro fragilità, definendola “parte della meraviglia che siamo”. Attraverso questo messaggio, ha voluto trasmettere l’idea che l’essere umano, pur nella sua delicatezza, è fatto per una vita che si rinnova continuamente nell’amore e nel dono di sé.
Infine, Papa Leone ha invitato i giovani a “spalancare il cuore” a Dio, per poi “avventurarsi con Lui verso gli spazi eterni dell’infinito”. Il Giubileo dei Giovani “è stata una cascata di grazia per la Chiesa e per il mondo intero”, “voglio ringraziarvi a d uno ad uno con tutto il cuore”, ha detto il Papa all’Angelus, alla fine della messa a Tor Vergata.
Papa Leone ha voluto ringraziare e citare i giovani provenienti dalle zone di guerra, “da Gaza e dall’Ucraina”, ha detto, e da ogni parte del mondo colpita dalle guerre.
