
E’ di oltre 100 morti e almeno 4.000 feriti il bilancio della duplice esplosione di nitrato di ammonio, avvenuto ieri in un deposito a Beirut. Secondo la BBc ci sarebbero oltre 100 dispersi sotto le macerie. Il ministro della salute libanese Hasan consiglia a chiunque possa di andare via dalla citta’, a causa delle sostanze tossiche spigionatisi nell’aria che potrebbero avere effetti a lungo termine mortali. Dirigenti militari Usa ipotizzano che sia stato un attentato. L’Ue attiva la Protezione civile e invia i primi 100 pompieri. Il Papa: ‘preghiamo per le vittime’.
Intorno alle 17 di mercoledì, due esplosioni – la prima di minore entita’ e la seconda piu’ intensa – sono avvenute nella zona del porto di Beirut. Inizialmente i media hanno riferito di un’esplosione avvenuta in un silos di grano, mentre in seguito e’ stata confermata l’esplosione in un magazzino di petardi e materiale esplosivo. Il ministro dell’Interno, Mohamed Fahmy, ha chiarito che l’esplosione e’ avvenuta dentro il deposito numero 12 del porto, dove era contenuto del materiale esplosivo. Si tratta di nitrato di sodio confiscato da una nave piu’ di un anno fa e collocato in uno dei magazzini dello scalo marittimo.
Circolano notizie contrastanti su cio’ che ha causato l’esplosione, ma il ministro dell’Interno libanese ha chiamato in causa il nitrato di ammonio contenuto presso un magazzino stoccaggio. In particolare, secondo l’emittente Lbci, l’esplosione sarebbe stata causata dalla deflagrazione di 2.700 tonnellate di nitrato d’ammonio, esplosione avvenuta nelle operazioni di manutenzione per chiudere una falla nel recinto e impedire furto del materiale, che e’ utilizzato come fertilizzante ma anche come componete di esplosivo. Secondo diversi fonti, l’enorme quantitativo di nitrato era stato sequestrato nel 2013 da una nave moldava diretta verso l’Africa.
Nell’esplosione e’ rimasto ferito anche un militare italiano del contingente della missione di interposizione delle Nazioni Unite (Unfil), secondo quanto annunciato dallo Stato maggiore della Difesa. Da parte sua, il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha fatto sapere che e’ in corso il trasferimento dei dodici militari che si trovavano a Beirut alla base di Shama, dove si trova in Sector-West di Unifil. La gran parte del contingente italiano inquadrato in Unifil si trova a Shama, nel sud del Libano. Nella capitale, in una caserma delle Forze armate libanesi si trova la base di coordinamento interforze italiana per la gestione del transito del personale e dei materiali. L’unita’ Jmou si occupa delle pratiche portuali e aeroportuali del personale in transito e dei materiali e conta una decina di componenti.
L’esplosione a Beirut giunge in un momento delicato per la storia del Libano, alle prese con una crisi economica senza precedenti e con un governo tecnico che non riesce ad attuare le riforme necessarie a sbloccare i fondi internazionali per ridare vigore all’economia. Le cancellerie di Roma, Parigi, Londra e Washington e l’Unione europea si sono mobilitate per fornire sostegno al paese. L’Italia e’ vicina agli “amici libanesi in questo momento tragico” dopo le forti esplosioni che hanno colpito Beirut, ha dichiarato il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Luigi Di Maio. “I nostri pensieri vanno alle famiglie delle vittime, a cui esprimiamo il nostro profondo cordoglio, e alle persone ferite, a cui auguriamo una pronta guarigione”, ha aggiunto Di Maio.
“Le terribili immagini che arrivano da Beirut descrivono solo in parte il dolore che sta vivendo il popolo libanese. L’Italia fara’ tutto quel che le e’ possibile per sostenerlo. Con la Farnesina e il ministero della Difesa stiamo monitorando la situazione dei nostri connazionali”. Lo scrive su Twitter il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.