
Il premier saluta l’elezione del presidente della Repubblica e scandisce l’agenda del Governo. “L’erogazione della seconda rata del Piano presuppone il conseguimento di 45 traguardi per un contributo pari a 24,1 miliardi di euro”.
“Vorrei prima di tutto salutare insieme a tutto il Governo l’elezione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e ringraziarlo per la decisione di rimanere per un secondo mandato. Le priorità che ha espresso – la lotta alla pandemia e la ripresa della vita economica e sociale del Paese – sono le stesse del Governo”. Così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, in apertura del Consiglio dei ministri, dove si è tributato un applauso al capo dello Stato.
Dunque, la lotta alla pandemia e la ripresa economica e sociale del Paese. Mario Draghi apre il Cdm e subito imprime un’accelerazione all’azione di governo. I dati sulla crescita suscitano ottimismo, con un balzo del 6,5% nel 2021, grazie non solo alla ripresa globale ma anche alle misure messe in campo dal governo, a cominciare dalla campagna vaccinale, oltre alle politiche di sostegno all’economia. Ma ora si pensa al Pnrr ed entro giugno vanno raggiunti altri 45 traguardi, che ‘valgono’ ben 24,1mld di euro. Per questo il premier chiede a tutti i ministri un report sullo stato di attuazione e segnalazioni puntuali ove ci fossero esigenze di intervenire con leggi o misure correttive. Già mercoledì Draghi si aspetta una ricognizione della situazione sugli obiettivi del Pnrr del primo semestre 2022.
Giovedì 3 febbraio, al termine della cerimonia di giuramento che si terra’ alle ore 15.30 nell’Aula di Montecitorio e della successiva deposizione di una corona al Milite Ignoto, avra’ luogo, alle ore 17.00, al Quirinale, nel Salone dei Corazzieri, la cerimonia di insediamento del Presidente della Repubblica.
Sergio Mattarella entrera’ nell’aula della Camera per giurare sulla Costituzione. Da quel momento sara’ il nuovo presidente della Repubblica. Dopo aver ricevuto la comunicazione dell’avvenuta elezione dai presidenti di Camera e Senato, sabato sera, il Capo dello Stato attendera’ la fine di scadenza del mandato, appunto il 3 febbraio, per succedere a se stesso. Anche per il giuramento le Camere sono convocate in seduta comune ma quest’anno le regole per gli ingressi saranno regolate dal rispetto delle norme sulla pandemia. Tutti e 1009 i grandi elettori potranno assistere in Aula (deputati e senatori nell’emiciclo, i 58 delegati regionali dalle tribune) ma e’ previsto il solo intervento del nuovo presidente della Repubblica, con un tempo massimo stimato in 40-50 minuti. Il giorno dell’insediamento, il nuovo presidente arriva a Montecitorio mentre le campane del palazzo risuonano, entra in aula, giura nelle mani del presidente della Camera e poi svolge un discorso che viene considerato indicativo delle linee guida a cui intende ispirare il suo settennato. Una volta giurato, la campana di Montecitorio suona nuovamente e vengono sparate 21 salve dal cannone del Gianicolo. Il neo Presidente viene a questo punto ‘preso in carico’ dal cerimoniale del Quirinale. Raggiunge piazza Montecitorio dove ascolta l’esecuzione dell’Inno nazionale, passa in rassegna il drappello d’onore e, accompagnato dal presidente del Consiglio, rende omaggio al Milite ignoto all’Altare della Patria, mentre il cielo romano e’ solcato dalle Frecce tricolori. Scortato dai Corazzieri a cavallo, a bordo della Lancia Flaminia presidenziale, il nuovo inquilino si reca al Quirinale. Sul Torrino viene issato lo stendardo presidenziale accanto alla bandiera italiana e a quella europea, stendardo che era stato ammainato dal giorno delle dimissioni del predecessore. Una volta ricevuti gli onori militari nel cortile d’onore del palazzo, nella sala degli Arazzi di Lille il Presidente saluta le alte cariche dello Stato. Il presidente del Consiglio rassega le sue dimissioni di prassi che, sempre di prassi, vengono respinte. Terminate le cerimonie di insediamento il tredicesimo presidente e’ in carica e avvia il suo mandato.