FONTI MEF: ‘FIDUCIOSI, NON SONO NECESSARI ALTRI INTERVENTI’
‘L’Italia ha fatto molti sforzi per competitivita’ e crescita’, ma ‘e’ cruciale’ che adotti la manovra 2018 ‘senza annacquare le disposizioni principali’ e che la attui ‘in modo rigido per centrare uno sforzo strutturale di 0,3% del Pil’. Lo scrive la Commissione Ue nella lettera inviata all’Italia, evidenziando il ‘rischio del debito elevato’. Il vicepresidente Dombrovskis mette in guardia da una ‘retromarcia sulle pensioni’. Per il Mef Bruxelles ‘apprezza i risultati nel consolidamento dei conti’ e chiede solo di ‘spiegare alcuni aspetti delle misure adottate’. Il governo e’ fiducioso che ‘potranno essere chiariti i diversi punti di vista, senza la necessita’ di ulteriori interventi’. L’Italia e altri 11 Paesi, tra cui Germania, Francia e Spagna, restano sotto monitoraggio per squilibri eccessivi.
Correggere la manovra per un ammontare di 3,5 miliardi o rischiare una procedura contro l’Italia a maggio: in sostanza e’ questo il bivio di fronte al quale si trovano Paolo Gentiloni e Pier Carlo Padoan, dopo che la Commissione europea ha dato il suo parere sul progetto di bilancio per il 2018 constatando che il “piano e’ a rischio non rispetto” delle regole del Patto di Stabilita’ e Crescita. “Ci sono degli scarti e questi scarti devono essere colmati”, ha spiegato in una conferenza stampa il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici: “La situazione dell’Italia e’ tale che il suo saldo strutturale per il 2018 migliorerebbe dello 0,1% del Pil, quando e’ richiesto uno sforzo dello 0,3%”. Calcolatrice alla mano lo scarto e’ dello 0,2% di Pil, che tradotto significano 3,5 miliardi. Ma il problema non sono solo i conti del prossimo anno. La Commissione, anche tenendo conto della flessibilita’ per terremoto e migranti, registra una “deviazione significativa” per il 2017, che avrebbe un effetto a cascata sulle decisioni assunte negli ultimi anni per concedere sconti e evitare di aprire procedure per deficit eccessivo. Il governo, fanno sapere fonti del Mef, e’ fiducioso che attraverso il dialogo costruttivo con la Commissione potranno essere chiariti i diversi punti di vista, senza la necessita’ di ricorrere ad ulteriori interventi. Cosi’ fonti del Mef commentano le decisioni della Commissioni Ue.
La Commissione europea, proseguono le stesse fonti, apprezza i risultati del processo di consolidamento dei conti pubblici messo in atto dal governo negli ultimi anni e per il 2018 riconosce la misura dello 0,3% per l’aggiustamento strutturale del rilancio. Dombrovskis e Moscovici chiedono al governo di spiegare alcuni aspetti delle misure di bilancio adottate per il 2017 e per il 2018. Nella lettera a Padoan, Moscovici e Dombrovskis hanno chiesto “chiarimenti” sul deterioramento dei conti nel 2017, riconoscendo che ci sono ancora alcune incertezze come sulle entrate dallo split payment. Ma hanno soprattutto messo nero su bianco le condizioni per non avviare procedure contro l’Italia in primavera, quando tornera’ a valutare i conti sulla base dei dati consolidati del 2017. “L’adozione del bilancio 2018 senza annacquamenti delle sue disposizione chiave sara’ cruciale, cosi’ come la sua successiva stretta messa in opera per realizzare uno sforzo strutturale di almeno lo 0,3% di Pil”, si legge nella lettera di Moscovici e Dombrovskis. La prima risposta di Padoan rischia di deludere la Commissione. Secondo fonti del Mef, il governo e’ fiducioso che attraverso il dialogo costruttivo con la Commissione potranno essere chiariti i diversi punti di vista, senza la necessita’ di ricorrere ad ulteriori interventi.
Dentro la Commissione il clima e’ cambiato negli ultimi mesi diventando meno favorevole per Padoan e il governo. L’Italia con il suo alto debito e’ tornata a essere un problema. Lo dimostra il fatto che sia l’unico Paese a cui l’esecutivo comunitario ha deciso di indirizzare una lettera, cosi’ come i richiami su debito e pensioni. “Il debito pubblico dell’Italia rimane una vulnerabilita’ chiave”, si legge nella missiva di Domrbovskis e Moscovici: “Complessivamente le sfide per la sostenibilita’ dell’Italia rimangono alte nel medio periodo” e “date le dimensioni dell’economia italiana, (il debito) e’ una fonte di preoccupazione comune per l’area euro nel suo insieme”.
Malgrado le molte concessioni fatte in questi anni (flessibilita’ per la stagnazione nel 2015, flessibilita’ per investimenti e riforme nel 2016, flessibilita’ per migranti e terremoto nel 2017), i vari governi che si sono succeduti non hanno mantenuto gli impegni su deficit e debito. Non si tratta di uno “zero virgola”: cumulativamente, tra sconti e flessibilita’, le deviazioni rispetto agli obiettivi previsti dal Patto di Stabilita’ ammontano a circa 2 punti di Pil. L’ultimo esempio risale all’estate. La Commissione aveva deciso di introdurre una novita’ nel Patto di Stabilita’ per favorire l’Italia: usare il suo margine discrezionale per tenere conto di bassa crescita e disoccupazione e ridurre lo sforzo strutturale dallo 0,6% prescritto dal Patto allo 0,3% concordato con Padoan. Ma il progetto di bilancio presentato in Parlamento dal governo porta a un miglioramento del saldo netto strutturale di appena lo 0,1%, secondo le stime di autunno della Commissione. Si tratta di un “aggiustamento inadeguato”, spiega una fonte europea. Se il governo decidera’ di non intervenire, a maggio si aprono due scenari: una procedura per deficit eccessivo a causa della violazione del criterio del debito che imporrebbe un aggiustamento strutturale piu’ forte pena sanzioni, oppure una procedura per deviazione significativa che porterebbe a una raccomandazione per correggere i conti.
Come accaduto in passato, la Commissione appare divisa sull’atteggiamento da tenere nei confronti dell’Italia, tanto piu’ che mancano pochi mesi alle elezioni e c’e’ il rischio di favorire il sentimento anti-europeo e i partiti populisti. Dentro l’esecutivo comunitario, Moscovici incarna ancora la linea morbida. “La Commissione non e’ qui per creare problemi o designare colpevoli. E’ qui per trovare delle soluzioni nel dialogo”, ha detto Moscovici. Ma altri commissari avrebbero voluto usare subito le maniere forti. La scorsa settimana Jyrki Katainen ha spiegato che il governo italiano dovrebbe essere “onesto” sulla realta’ dei conti dell’Italia.
Oggi Dombrovskis ha lanciato un duro richiamo sulle pensioni: il governo deve evitare di adottare misure che “tornano indietro” rispetto alla riforma Fornero, come l’estensione dell’Ape social. Il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, ha letto il testo della lettera prima di autorizzare Moscovici e Dombrovskis a firmarla e, contrariamente al passato, ha dato il via libera a chi voleva inviare un messaggio di fermezza all’Italia. Ma Juncker ha fatto una scelta profondamente politica: rinviare ogni decisione a dopo le elezioni, lasciando al governo che verra’ il problema di eventuali procedure sui conti del presente e del passato.