Mattarella, utilizzare al meglio il Pnrr. L’Europa è l’orizzonte della nostra scuola

“La scuola, cioè l’apertura al mondo e al vivere sociale di bambini, adolescenti, giovani, va dotata delle strutture che favoriscono questo inserimento, comprendendo, oltre agli strumenti della didattica classica, la possibilità di avvicinarsi alla musica, alle arti, allo sport. Purtroppo molte scuole, e intere aree, risultano carenti di mezzi adeguati. A questo scopo va utilizzata al meglio l’occasione offerta dal grande piano di ripresa europea, noto come Pnrr, e che già ci aiuta ad incrementare la sicurezza degli edifici scolastici E’ necessario proseguire su questo percorso virtuoso, facendo dell’Europa un investitore centrale nei settori strategici che aprono al futuro. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella , intervenendo alla cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2024-2025 a Cagliari. 

“Agli insegnanti, ai presidi, ai docenti, al personale di supporto si chiede molto; talvolta troppo. Anche a fronte di retribuzioni spesso non all’altezza di altri Paesi europei. Si tratta di un aspetto di grande rilievo che va affrontare concretamente”, ha detto il presidente della Repubblica a Cagliari. “Tutti loro hanno e devono sempre avere la consapevolezza e l’orgoglio di ricoprire un ruolo prezioso per la nostra società: quello di formare ed educare i cittadini che crescono. Dalla loro opera, spesso silenziosa e non conosciuta, dipende in gran parte il futuro della nostra Italia”, ha aggiunto. 

“La scuola è decisiva – ha detto Mattarella – La scuola è per tutti e di tutti. Va pertanto continuata l’opera per rimuovere gli ostacoli, di natura economica, sociale e culturale, che impedisce ai giovani di frequentarla o di sfruttare pienamente le sue L’abbandono scolastico è una piaga ancora aperta, nonostante l’impegno e la dedizione di molti insegnanti in taluni contesti sociali la scuola è l’unica vera speranza di riscatto e violenze creano barriere all’inclusione, ma sarebbe una sconfitta inaccettabile se la presenza dello Stato si arrendesse di fronte alla problematicità di alcuni territori”. 

 “Il disagio giovanile è una grande e urgente questione nazionale, che va affrontata con 
tutto l’impegno ei mezzi a disposizione”. Così il presidente della Repubblica. “Purtroppo, nonostante i tanti sforzi, bullismo e cyberbullismo sono tuttora diffusi tra i nostri giovani- spiega Mattarella – Occorre rinnovare un’azione rivolta a reprimere e prevenire, incidendo sulle cause profonde – frustrazione, mancanza di modelli positivi, paura del futuro – che provocano momenti così gravi e inaccettabili”. “Non possiamo più chiudere gli occhi di fronte a tanti fatti di cronaca, a tanti episodi di varia gravità ma tutti intollerabili- le parole del presidente-. C’è oggi disagio tra giovani e giovanissimi. E’ un disagio che si mescola e si sovrappone alle loro qualità straordinarie ea grandi generosità di cui sono capaci. Non è sempre facile interpretare: a volte la cortina dell’incomunicabilità è talmente spessa che, per genitori e insegnanti, diventa difficile anche solo parlarne”.

“I ragazzi apprendono da noi, dalla nostra esperienza, e noi impariamo da loro. Per essere produttivo deve essere uno scambio alla pari. La tecnologia e il suo uso non devono diventare una barriera di incomunicabilità, un territorio recintato, distinto , divisivo, tra mondo giovanile e società degli adulti. Non possiamo e non dobbiamo abbandonare i ragazzi a una chiusura solitaria, in un mondo dominato dalla tecnologia in cui talvolta rischiano di essere imprigionati non è, non rappresenta la vita, che è molto più complessa, ricca, emozionante. Non possiamo correre il rischio che lo strumento tecnologico, in continua evoluzione, assorba la quasi totalità delle attenzioni, delle relazioni, della vita”, ha detto il presidente della Repubblica.

“La scuola può molto, ma non può tutto . Una partecipazione attiva e positiva delle famiglie è essenziale nel processo educativo. Purtroppo si registrano segnali che il patto educativo tra famiglie e insegnanti sia a volte incrinato. Occorre ricostruirlo ovunque. Con pazienza e fiducia “. Così il presidente della Repubblica. “I genitori devono essere sempre attenti a non trasferire le loro ansie di successo sui ragazzi. Devono vedere nei docenti non una controparte ma interlocutori che aiutano nella formazione, evitando di trasmettere ai ragazzi un senso di indifferenza o addirittura di superiorità rispetto alle regole che ne distruggerebbe il futuro. Qualche insuccesso, i richiami aiutano a crescere”. Non si dà una mano ai ragazzi per il capo dello Stato “se si imposta una dinamica di scontro con la scuola o di sfrenata competizione tra gli stessi studenti”. Con questa giornata, chiudendo, “si riparte dal centro della scuola. Il centro, il cuore, la ragione della scuola siete voi. Bambine, bambini, ragazzi, giovani. Vi auguro un anno di crescita, di amicizia, di soddisfazione, di gioia , di incontro con gli altri. La scuola accende la nostra speranza. Buona scuola a tutti! 

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