Meloni dagli alpini lancia ipotesi della leva volontaria

A Udine l’adunata nazionale degli alpini. Sono in 80 mila, secondo le stime dell’Ana, giunti da tutta Italia e anche dall’estero, nonostante la pioggia. C’è anche la premier Giorgia Meloni, accolta da diversi applausi quando passa in rassegna la parata e quando raggiunge il palco d’onore e indossa la ‘penna bianca’ il cappello da generale, in questo caso di corpo d’Armata (tre stelle), regalo del comandante delle Truppe alpine generale Ignazio Gamba. Una giornata di festa “dove ho potuto respirare la storia, le tradizioni e quell’amor di Patria che accompagnano le ‘Penne Nere’ da 151 anni – dice la premier -. Un momento di forte orgoglio nazionale, segnato dalla memoria verso coloro che hanno sacrificato la vita per salvare quella altrui e dalla riconoscenza verso chi ogni giorno, con spirito di generosità e altruismo, è al fianco della comunità”.

 La premier vuole testimoniare la sua vicinanza alla “famiglia” delle penne nere, perché dopo la mamma, dice, vengono loro. A chi le chiede quale sia il suo pensiero sulla leva, risponde: “Sicuramente è un tema che si può affrontare come ipotesi volontaria, alternativa al servizio civile”. Anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, presente per l’adunata e dopo un saluto alla partigiana Paola Del Din, 99 anni, medaglia d’oro al valore militare, riflette sull’ipotesi della leva preferendo l’idea di una “mini naja di 40 giorni”, sempre su base volontaria: i “colleghi in Senato” a breve presenteranno un ddl in merito, anticipa.

Il ministrodella Difesa, Guido Crosetto, arriva in tribuna dopo aver scortato il labaro dell’Ana in sfilata con il presidente nazionale dell’associazione Sebastiano Favero. “Qui si radunano centinaia di migliaia di persone che hanno in comune non soltanto il cappello alpino, ma quello che il cappello rappresenta: la volontà di donarsi agli altri e di servire il Paese”, dice il ministro. 

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