
“L’invasione russa dell’Ucraina rappresenta una sfida importante per i valori al centro della democrazia. Non è in gioco solo l’integrità territoriale dell’Ucraina, la sua sovranità, la sua indipendenza. Questo è un attacco al sistema internazionale basato sulle regole che abbiamo costruito insieme dopo la seconda guerra mondiale”. Così il presidente del Consiglio Mario Draghi al Congresso degli Stati Uniti, il “centro della democrazia americana”. Draghi a Capitol Hill ha incontrato la speaker della Camera Nancy Pelosi e una rappresentanza del Congresso. “L’Italia – ha detto Draghi – è fortemente impegnata a sostenere l’Ucraina a tutti i livelli. Abbiamo già stanziato 110 milioni di euro per le esigenze di bilancio dell’Ucraina e recentemente abbiamo aggiunto fino a 200 milioni di euro in prestiti. Abbiamo accolto in Italia 110.000 profughi ucraini e abbiamo stanziato 800 milioni di euro per sostenerli, insieme ad altri fondi e donazioni in natura per scopi umanitari”. E “stiamo fornendo supporto militare all’Ucraina come ci ha chiesto il presidente Zelensky, una decisione che ha ricevuto un ampio sostegno nel nostro Parlamento”. “Mentre sosteniamo l’Ucraina – ha aggiunto – dobbiamo lavorare insieme per superare le conseguenze della guerra sull’economia globale”.

“Come forti alleati – ha detto Draghi – siamo fermi nel nostro impegno a promuovere la pace e la stabilità a lungo termine. È essenziale continuare a rafforzare le nostre relazioni in tutti i contesti, insieme ai nostri partner dell’Ue”. Nancy Pelosi ha ringraziato l’Italia “per l’ospitalità che dà alle truppe americane ma anche per essere un partner di pace”. “Sosteniamo l’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea”, ha detto il premier nel corso dell’incontro con la presidente della Camera dei rappresentanti Usa, Nancy Pelosi, al Campidoglio di Washington.
Draghi ha partecipato a una cerimonia dell’Atlantic Council, che gli ha conferito il premio come Distinguisher international leader. Premiato, nel corso della serata, anche l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, per la business leadership.
La Russia non è “Golia”, una “potenza invincibile”, Davide si è mostrato molto più forte di quanto si potesse immaginare. E ora bisogna mettere in campo tutti gli “sforzi possibili” per aprire un tavolo in cui l’Ucraina deve essere protagonista: “E’ il presidente Zelensky che deve definire cos’è la vittoria, non noi”. Così il premier italiano che ha incontrato la stampa nell’ambasciata italiana di Washington all’indomani dell’incontro alla Casa Bianca con il presidente statunitense Joe Biden.

”L’Europa è l’alleato degli Usa – ha detto Draghi – quindi le sue visioni non sono in contrasto ma stanno cambiando e dobbiamo parlarne. E’ una riflessione preventiva, bisogna riflettere sugli obiettivi di questa guerra e poi decidere”. La ”pace deve essere la pace che vuole l’Ucraina, non una pace imposta né da un certo tipo di alleati né da altri”. Per questo ”i contatti necessariamente devono essere riavviati e intensificati a tutti i livelli”. Per Draghi, considerata anche la situazione economica e i rischi di crisi alimentare, bisogna riflettere prima di allontanare Mosca dai tavoli dei big del mondo. Poi bisogna affrontare uniti le sfide della crisi energetica e dell’inflazione. ”Ad oggi – ha detto Draghi – non vedo il rischio di una recessione quest’anno”, ”mi pare molto difficile”. Anche se, ha ammesso, c’è una situazione “di grande incertezza” con mercati nervosi e difficoltà inevitabili per l’economia. Per quel che riguarda il pagamento di gas in rubli alla Mosca, Draghi ha ammesso che c’è ”una zona grigia”, con “il più grande importatore, la Germania”, che ”ha già pagato in rubli e la maggior parte degli importatori di gas che hanno già aperto dei conti” con la moneta di scambio russa.