PD: TREGUA IN DIREZIONE SU FIDUCIA A MARTINA FINO A ASSEMBLEA
“La partita con il Movimento 5 stelle e’ chiusa e il dato di fatto e’ che ora il rischio di voto anticipato e’ piu’ forte di ieri”. Lo ha detto il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina, nella direzione nazionale del partito. “Ero convinto e oggi lo sono ancor di più che dobbiamo supportare l’operato del Presidente Mattarella a cui vanno anche da qui i nostri sentimenti di stima e fiducia. Lunedì ci saranno nuove consultazioni e noi dovremo avere un atteggiamento costruttivo verso la presidenza”, ha detto il segretario reggente del Partito Democratico. “Non si e’ mai trattato di decidere con un si’ o un no, se fare un’alleanza o votare la fiducia a un governo Di Maio. Si trattava di lanciare con il confronto una sfida politica e culturale diretta a quel Movimento che tanto ha eroso il nostro consenso anche il 4 marzo”, ha detto Martina. Che sulle alleanze precisa pure: “Non andremo mai al governo con Salvini, Berlusconi e Meloni come soci di riferimento. E non potremo mai nemmeno sostenere un governo a trazione leghista”.
Matteo Renzi e i suoi sono “molto soddisfatti” per le parole pronunciate dal segretario reggente Maurizio Martina in direzione Pd. Martina ha, tra l’altro, assicurato che nessuno nel Pd ha mai posto la questione di sostenere un governo Di Maio, ma allo stesso modo bisogna dire che non è pensabile “sostenere in qualche modo” un governo di centrodestra. E, al termine del suo intervento, il segretario reggente ha chiesto alla direzione Pd di “rinnovare la fiducia” all’attuale segreteria “fino all’assemblea nazionale”. Una proposta che trova il placet dei renziani, che invece avrebbero detto no a una proroga fino al congresso.
“Chiedo che mi venga rinnovata la fiducia fino all’assemblea, e non una fiducia di facciata”. Così il segretario reggente del Pd Maurizio Martina parlando alla direzione nazionale. “Serve una direzione salda e univoca del Pd – aggiunge -. Certamente non solitaria ma collegiale. Non dobbiamo consentire a nessuno di poter dire ogni giorno che ci sono diversi partiti nel nostro partito. Dobbiamo esserne consapevoli verso il Paese e verso la nostra comunità che ci guarda con attenzione e si aspetta chiarezza e unità. L’unità senza chiarezza sarebbe inutile. E il nostro compito è raggiungere questo obiettivo parlandoci con grande sincerità. A tutti i nostri elettori, militanti e simpatizzanti dobbiamo chiedere scusa per le troppe volte che abbiamo fatto prevalere le nostre divisioni e non invece il senso del nostro impegno comune. Con questa consapevolezza chiedo alla direzione di rinnovarmi la fiducia a proseguire il mandato nella gestione di questa .fase particolare e fino all’Assemblea nazionale che sarà certo un passaggio importante per la nostra prospettiva. Non chiedo sostegni di facciata ma propongo un passo consapevole. Non ci servono unanimità che si sciolgono al primo minuto dopo la direzione”.
“Non dobbiamo consentire a nessuno di poter dire ogni giorno che ci sono diversi partiti nel nostro partito. Dobbiamo esserne consapevoli verso il Paese e verso la nostra comunita’ che ci guarda con attenzione e si aspetta chiarezza e unita’. L’unita’ senza chiarezza sarebbe inutile. E il nostro compito e’ raggiungere questo obiettivo parlandoci con grande sincerita’. A tutti i nostri elettori, militanti e simpatizzanti dobbiamo chiedere scusa per le troppe volte che abbiamo fatto prevalere le nostre divisioni e non invece il senso del nostro impegno comune”, aggiunge il reggente Maurizio Martina in direzione Pd.
Alla fine, come è spesso accaduto in passato, quando la rottura sembra a un passo le diverse aree del Pdsiglano un tregua. Dopo una giornata di trattative e mediazioni, la Direzione dem ha votato all’unanimità la relazione di Maurizio Martina in cui lo stesso reggente aveva chiesto di avere ribadita la fiducia fino alla prossima Assemblea: “Io questa assunzione di responsabilità me la prendo tutta”, ha spiegato lo stesso Martina nella replica in Direzione. Un mandato pieno, quindi. Gli uomini del reggente, che contava su un fronte che metteva insieme franceschiniani, orlandiani, area Emiliano e governisti, alla fine hanno esultato: “E’ la prima volta dal 2014 che si approva una relazione all’unanimità”. La tregua dem dovrà superare la prima prova già lunedì, quando la delegazione del Pdsalirà al Quirinale per il nuovo giro di consultazioni convocato da Sergio Mattarella. Ma, a questo proposito, il passaggio della relazione di Martina sul no al governo con il M5s è stato quello che in Direzione ha avuto subito l’ok dei renziani. L’esito ‘unanime’ della Direzione, però, è stato un traguardo faticoso. Anche per le polemiche scoppiate intorno all’interpretazione di una ‘adesione’ piena di Martina alla linea indicata da Matteo Renzi. “Nessuna resa, si fa politica”, ha scandito il reggente nella replica. Mentre poco prima Dario Franceschini, nel suo intervento, aveva spiegato: “Ma quale resa? Il tema del dialogo con il 5 stelle non c’è più da domenica scorsa”.
Renzi ha seguito i lavori della Direzione, così come il premier Paolo Gentiloni, che alla fine ha twittato soddisfatto per il voto unitario su Martina. A latitare sono stati, tra i vari interventi, i renziani. Così a interpretare l’esito della riunione sono stati gli esponenti della altre aree del Pd. Come Michele Emiliano: “Adesso il mandato di Martina è pieno”. Per tutto il pomeriggio sono andate avanti al Nazareno le trattative. Già in mattinata i renziani avevano fatto trapelare di aver messo a punto un Odg unitario per evitare spaccature. “Ce lo ha chiesto Martina, e noi responsabilmente lo abbiamo fatto. Ma a non essere d’accordo sono state le altre aree”, spiegavano i renziani sottolineando il fatto di aver scelto di non portare in Direzione il documento Guerini ‘anti conta’ che intanto aveva raccolto oltre 120 firme tra i componenti della Direzione. Una interpretazione che orlandiani, franceschiniani e area Emiliano davano in senso esattamente opposto. Alla fine, è stato Martina a chiedere il ritiro degli Odg e un voto solo sulla sua relazione. Un esito che ha cancellato ogni riferimento esplicito alla data dell’Assemblea. “Sarà entro maggio”, hanno assicurato renziani. Ma lo stesso Renzi, ha chiarito il suo portavoce al termine della Direzione, “non ha fatto alcuna dichiarazione sulla data dell’Assemblea”.