
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni , è presente all’insediamento a Washington del presidente eletto Donald Trump . Secondo l’agenda diffusa da palazzo Chigi, la premier venerdi’ 24 incontrera’ poi a Palazzo Chigi Dubravka Suica, commissaria europea per il Mediterraneo, per poi recarsi domenica 26 gennaio e lunedi’ 27 a Riad e Gedda, in Arabia Saudita, per una visita ufficiale. Lunedì 27 e’ prevista anche un’altra visita ufficiale, a Manama, in Bahrein. Martedi’ 28 gennaio
Meloni partecipera’ al Quirinale alla celebrazione del “Giorno della Memoria”, mentre a fine gennaio, il 31, e’ prevista la sua presenza a Belgrado, in Serbia, per il vertice intergovernativo italo-serbo. Infine lunedi’ 3 febbraio la premier sara’ al Consiglio europeo informale di Donceel, in Belgio.
Giorgia Meloni è accompagnata a Washington da una delegazione di FdI: Carlo Fidanza, capo delegazione del partito al Parlamento europeo, e altri due deputati di Fratelli d’Italia, Andrea Di Giuseppe, eletto per FdI negli Usa, e Antonio Giordano, segretario generale dei Conservatori.
Biden darà il benvenuto a Trump alla Casa Bianca e usi unirà a lui nel viaggio verso il Campidoglio prima che presti giuramento. La cerimonia è stata spostata al chiuso per le alte temperature: per gli esperti sarà il giorno dell’insediamento più freddo degli ultimi 40 anni. Il programma prevede un addio cerimoniale a Biden e alla vicepresidente Kamala Harris. Non ci saranno l’ex first lady Michelle Obama e l’ex presidente della Camera Nancy Pelosi. Presenti invece Barak Obama, George W. Bush, insieme all’ex First Lady Laura Bush, e Bill Clinton, accompagnato dalla moglie ed ex Segretario di Stato Hillary Clinton.
Tra le altre personalità presenti, oltre alla premier Giorgia Meloni , ci sono Robert F. Kennedy Jr, Tulsi Gabbard e il presidente argentino Javier Milei. Secondo quanto riporta il pool al seguito del presidente eletto, sono presenti anche Mark Zuckerberg, Jeff Bezos e l’ex premier britannico Boris Johnson. Per la Cina, invece, è prevista la presenza del vicepresidente Han Zheng, dopo il rifiuto di Xi Jinping.