
AMMESSI I CINQUE QUESITI SU CITTADINANZA E LAVORO
La Corte Costituzionale ha bocciato il referendum contro la legge per l’Autonomia differenziata delle Regioni. Promossi gli altri 5 su cittadinanza e lavoro. La decisione più attesa, quella che decreta l’inammissibilità del quesito sulla ‘legge Calderoli’, è stata accolta positivamente dal governo, che dovrà di nuovo mettere le mani sulla riforma. Soddisfatta la Lega, deluse le opposizioni e le associazioni che chiedevano di eliminare interamente la norma approvata a giugno dal Parlamento, che definisce i principi generali per attribuire alle Regioni ulteriori forme di autonomia. L’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari, sottolineano i giudici. Ciò pregiudica la possibilità di una scelta consapevole da parte dell’elettore’, sottolineano. La sentenza è stata emessa da 11 giudici, anziché 15 visto che il Parlamento non è riuscito ad eleggere i 4 giudici mancanti.
“L’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari – hanno rilevato i giudici -. Ciò pregiudica la possibilità di una scelta consapevole da parte dell’elettore”. Per questo “il referendum verrebbe ad avere una portata che ne altera la funzione, risolvendosi in una scelta sull’autonomia differenziata”: ciò “non può essere oggetto di referendum abrogativo, ma solo eventualmente di una revisione costituzionale”, spiega la Corte.