
L’Hostages and Missing Families Forum ha rilasciato una dichiarazione in seguito alla ripresa degli attacchi aerei da parte dell’esercito israeliano sulla Striscia di Gaza, accusando il governo d’Israele di ‘aver scelto di rinunciare alla vita degli ostaggi’. ‘La più grande paura delle famiglie, degli ostaggi e dei cittadini israeliani si è realizzata’, si legge nella nota, ‘siamo inorriditi, furiosi e spaventati dall’intenzionale interruzione del processo di ritorno dei nostri cari dalla terribile prigionia di Hamas’. ‘Il ritorno ai combattimenti prima del ritorno dell’ultimo ostaggio ci costerà i 59 ostaggi che sono ancora a Gaza e che possono ancora essere salvati e seguite indietro’, hanno aggiunto le famiglie, sottolineando che le dichiarazioni secondo cui la mossa mira a riportare indietro gli ostaggi è ‘un completo depistaggio’ poiché ‘la pressione militare mette in pericolo ostaggi e soldati’. Dei 59 prigionieri ancora a Gaza, si ritiene che solo 24 siano ancora vivi. ‘Il cessate il fuoco deve essere ripreso. Molte vite sono in gioco’, conclude la nota. Lo riporta il Times of Israel.
‘Netanyahu e il suo governo estremista hanno preso la decisione di annullare l’accordo di cessate il fuoco ed esporre gli ostaggi a Gaza a un destino ignoto’. E’ quanto ha dichiarato Hamas dopo la ripresa dei raid israeliani a Gaza. Lo riporta Ynet. ‘Netanyahu e il suo governo stanno rinnovando l’aggressione e la guerra contro civili indifesi nella Striscia di Gaza. Consideriamo Netanyahu, il criminale, e Israele pienamente responsabile delle conseguenze dell’aggressione traditrice su Gaza. Chiediamo ai mediatori – si legge nella dichiarazione – di attribuire la piena responsabilità della violazione dell’accordo a Netanyahu ea Israele’.