
“Lavoriamo tutti insieme, in maniera corale, serve un’orchestra che suona lo stesso spartito. Vanno bene le discussioni e le critiche, ma anche la lealtà sui temi che ci uniscono”. Lo dice Elly Schlein, che ha riunito la direzione nazionale del Pd. “Il logoramento dei segretari non funzionerà”, ha spiegato Schlein: “C’è chi magari spera di sortire qualche effetto con il giochino del logoramento dei segretari. Non funzionerà, mettetevi comodi. Siamo qui per restare e restare insieme. Quando sento dire che manca una linea politica sorrido, perché di proposte siamo pieni, ma siamo anche abili a coprirli con polemiche interne. Il fatto è che questa linea c’è, forse non piace a qualcuno che dovrebbe trovare il coraggio di dirlo”.
Secondo la segretaria del Pd, “c’è un’apertura di credito che ci ha consentito di portare il nostro partito, nei sondaggi, dal 15 al 21 per cento”, che – dice – corrisponderebbero a due milioni di voti già recuperati dal Pd. “C’è stato un forte psicodramma attorno alla sconfitta alle amministrative. Noi oggi non abbiamo una coalizione e non vinciamo da soli, così come non abbiamo perso da soli: non attiriamoci più demeriti di quelli che abbiamo”.
E a Matteo Renzi: “Mi dispiace per quello che ha detto. Parla di subalternità: ma non mi sembra la persona adatta per farlo, visto che appena arrivato al Nazareno ha invitato Berlusconi per stringerci un patto”. Poi ha preso parola Stefano Bonaccini, presidente del Pd, per dire che non contano i sondaggi ma “i risultati delle urne”; no, ha detto, a un partito a vocazione minoritaria.

La replica di Renzi a Schlein: “Colpisce che durante la direzione nazionale del PD Elly Schlein senta il bisogno di attaccare proprio me. Il mio Pd provò a fare le riforme nonostante il fuoco amico e la violenta polemica interna. E provò a fare le riforme insieme alle opposizioni: Berlusconi venne al Nazareno per discutere seriamente tra avversari come si fa nei paesi civili. Non si mise il passamontagna per parlare delle brigate, non attaccò gli Stati Uniti d’America, non portò una piattaforma opposta a quella del PD come hanno fatto Grillo e Conte. Un consiglio a Elly? Non usi il mio nome per ricompattare i suoi, è un giochino che non funziona più. Parli del futuro se ne è capace. Sul passato, se vuole confrontarsi con i nostri risultati, prima prenda il 41% e poi ne riparliamo”.