
Alla vigilia delle celebrazioni per i 250 anni dell’esercito americano e del suo 79° compleanno, Donald Trump alza il tiro sulla sicurezza interna e sulla gestione dell’immigrazione. Il presidente ha annunciato un massiccio dispiegamento di truppe a Los Angeles per contenere le proteste e ha rivelato l’intenzione di trasferire ben 9.000 migranti nel carcere di massima sicurezza di Guantanamo. Tra questi ci sarebbero anche italiani. Tajani: ‘Nessuno degli italiani fermati andrà a Guantanamo’.
Nonostante una relativa calma dopo cinque giorni di manifestazioni a Los Angeles, Trump non arretra. Ha raddoppiato la presenza di soldati nella città californiana, con l’invio di 4.000 militari della Guardia Nazionale e 700 marines che rimarranno schierati per almeno due mesi. “Se non avessi mandato le truppe a Los Angeles le ultime tre notti, quella città, un tempo splendida e grandiosa, sarebbe ora in fiamme”, ha scritto Trump su Truth, rivendicando la sua decisione.
Ma il pugno duro del comandante in capo non si ferma qui. Dallo Studio Ovale, Trump ha minacciato di invocare l’Insurrection Act del 1807, una legge usata l’ultima volta nel 1992 da George Bush, pronto a dispiegare militari ovunque si verifichino proteste contro le autorità per l’immigrazione. “Se ci saranno rivolte in altre città useremo una forza uguale o maggiore”, ha avvertito, estendendo la minaccia anche a eventuali contestazioni durante la parata militare di sabato nella capitale. “Non ho sentito di nessuna protesta, ma queste sono persone che odiano il nostro Paese”, ha dichiarato.
La linea intransigente di Trump si estende anche oltre i confini nazionali. Secondo Politico, sono imminenti le deportazioni di 9.000 migranti a Guantanamo. La prigione, un tempo destinata ai terroristi dell’11 settembre, è stata adibita da Trump a centro di detenzione per immigrati illegali. Un aumento esponenziale rispetto ai circa 500 migranti trattenuti sull’isola da febbraio, e un passo avanti verso il piano annunciato a gennaio di utilizzare la struttura per ospitare fino a 30.000 migranti. La ragione ufficiale è liberare posti letto nei centri di detenzione americani, ma l’utilizzo di Guantanamo mira anche a inviare un segnale forte per scoraggiare l’immigrazione illegale.
Tra le migliaia di stranieri presenti negli Stati Uniti in modo potenzialmente illegale che l’amministrazione Trump trasferira’ a partire da questa settimana alla base militare di Guantanamo Bay, a Cuba, ci sono anche degli italiani. Lo riporta il Washington Post, che cita funzionari Usa a conoscenza della questione. “I cittadini stranieri presi in considerazione provengono da diversi paesi – scrive il quotidiano nella versione online – tra questi, centinaia provengono da nazioni europee amiche, tra cui Gran Bretagna, Italia, Francia, Germania, Irlanda, Belgio, Paesi Bassi, Lituania, Polonia, Turchia e Ucraina, ma anche da altre parti del mondo, tra cui molti provenienti da Haiti”. I funzionari hanno condiviso i piani con il Washington Post, inclusi alcuni documenti, “a condizione di mantenere l’anonimato, poiche’ la questione e’ considerata estremamente delicata”, si legge ancora.
I preparativi includono lo screening medico di 9.000 persone per determinare se sono sufficientemente sane da poter essere inviate a Guantanamo – scrive il quotidiano – tristemente nota per essere stata la prigione di sospetti terroristi e di altre persone catturate sui campi di battaglia dopo l’11 settembre. Non e’ chiaro se le strutture possano ospitare 9.000 nuovi detenuti, un afflusso che rappresenterebbe un enorme incremento rispetto alle diverse centinaia di migranti trasferiti dentro e fuori dalla base all’inizio di quest’anno. Ma i funzionari dell’amministrazione Trump – spiega il Washington Post – affermano che il piano e’ necessario per liberare spazio nei centri di detenzione nazionali, che sono diventati sovraffollati a seguito dell’impegno del presidente Donald Trump di attuare la piu’ grande deportazione di migranti irregolari nella storia americana. Un documento esaminato dal Washington Post afferma che “GTMO”, l’acronimo governativo per la base, “non ha raggiunto la sua capienza massima”.
Il governatore della California, Gavin Newsom, ha annunciato una seconda causa legale contro l’amministrazione Trump, definendo le azioni del presidente “sconsiderate, inutili e irrispettose nei confronti dei nostri soldati”, accusandolo di “accarezzare l’ego di un presidente pericoloso”. Newsom ha anche denunciato la situazione dei primi 2.000 soldati della Guardia Nazionale, “senza cibo né acqua”, pur promettendo un aumento di 800 agenti locali e statali. Anche la sindaca di Los Angeles, Karen Bass, ha assicurato che “vandali e saccheggiatori saranno puniti”.
Nel frattempo, le proteste si sono allargate non solo ad altre città della California (San Francisco, Sacramento) ma anche in altri Stati. Il governatore del Texas, il repubblicano Greg Abbott, ha riferito di oltre una decina di manifestanti arrestati ad Austin, ammonendo: “Protestare pacificamente è legale. Ma se superi il limite, sarai arrestato”.
Il dispiegamento di forze ingenti, stimato dal Pentagono a un costo di circa 134 milioni di dollari, continua a sollevare interrogativi. Il segretario alla Difesa, Pete Hesgeth, ha difeso l’intervento militare sostenendo che sia stato richiesto dalle autorità locali, ribadendo che le autorità per l’immigrazione “hanno il diritto di condurre operazioni in sicurezza in qualsiasi stato e giurisdizione del Paese”.
Nessuno degli italiani irregolari attualmente fermati negli Stati Uniti andra’ a Guantanamo. Lo ha ribadito su X il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. “La diplomazia italiana e’ sempre a lavoro con successo. Degli italiani irregolari attualmente fermati negli Usa nessuno andra’ a Guantanamo. Continuiamo a lavorare con fiducia con il governo americano”, ha scritto Tajani.