Renzi, “l’iva non si tocca e non si tocchera’ perche’ tutti gli anni si e’ presentata un’ipotesi analoga e tutti gli anni l’abbiamo bloccata riducendo le tasse”. La ‘manovrina’ dovrebbe arrivare domani, ha detto Padoan, il quale, constatando che il 2017 sara’ il quarto anno di crescita, ha ammesso che il livello di crescita raggiunto non lo entusiasma. “Una inversione della politica di consolidamento, ha aggiunto, sarebbe una scelta rovinosa per il Paese”. Per quanto riguarda le clausole, Padoan ha detto di non essere in grado di dire quali misure si useranno per rimuoverle, ma una di queste, l’aumento dell’Iva per avere risorse per il taglio del cuneo, e’ stata “amplificata, traducendo in mia preferenza una delle tante ipotesi”.
Nel Pd si monitora continuamente la ‘temperatura’ in Parlamento, in attesa che arrivi il 7 maggio, giorno in cui verra’ proclamato il nuovo segretario dem. Renzi oggi ha smentito di pensare al voto anticipato e augurato buon lavoro a Gentiloni ma ha anche osservato che dopo il referendum “siamo tornati alla Prima Repubblica”, facendo risuonare le sirene a chi pensa che sia meglio andare alle urne prima di varare una manovra che si preannuncia lacrime e sangue. Matteo Renzi continua a rivendicare per se’ il merito di aver combattuto una battaglia giusta per frenare chi voleva procedere all’aumento di Iva, tassa sullo zucchero e accise benzina per far quadrare i conti con Bruxelles. “Solo fake news”, taglia cortoRenzi: “L’Iva non si tocca, ne’ ora ne’ in futuro”, aggiunge. Un messaggio che sembra indirizzato al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, con cui, assicura l’ex premier, il rapporto e’ solido sebbene i momenti di confronto, anche franco, non manchino: “L’importante e’ sempre uscire con una linea comune”, sottolinea. Cio’ che, tuttavia, vorrebbe evitare Renzi e’ di avvitarsi su una manovra che e’ ancora molto di la’ da venire: “Perche’ parlarne ora, a due giorni dal via libera al Def?”, e’ il ragionamento dell’ex presidente del consiglio. Il titolare del dicastero di Via Venti Settembre sembra aver recepito il messaggio dato che ai senatori dem riuniti a Palazzo Madama ha sottolineato che occorre trovare equilibrio tra le misure che devono essere credibili e la necessita’ di assicurare il consenso, facendo capire di non essere affatto insensibile al passaggio delicato che attraversa il Pd e di aver tolto definitivamente dal tavolo ogni ipotesi di ritocco dell’Iva. Nonostante questa mano tesa, non sono mancati i distinguo da parte renziana durante la riunione al Senato. E’ stata, ad esempio, ribadita ancora una volta la necessita’ di tenere la barra dritta sul ‘no’ all’aumento delle tasse, mentre altri esponenti dem, come l’ex tesoriere Ugo Sposetti hanno cercato di aprire una discussione sull’efficacia delle misure del governo come quella sugli 80 euro. Temi tanto piu’ delicati con l’approssimarsi dell’ultima fase del congresso del partito e, soprattutto, con i sondaggi che vedono il Pd sempre piu’ appaiato al Movimento 5 Stelle. “Stando ai sondaggi che abbiamo noi, siamo il primo partito”, sottolinea Renzi nel ribadire il pieno appoggio al governo. Anche qualora dovesse esserci una accelerazione sul voto – sottolineano fonti parlamentari renziane – resta il problema della legge elettorale: senza il recepimento della sentenza della Consulta non arrivera’ mai il via libera del Colle alle elezioni.