
La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, durante il question time al Senato, ha ribadito l’impegno dell’Italia a raggiungere il target del 2% del PIL per le spese di difesa entro il 2025, in linea con le direttive NATO. La premier ha inoltre confermato la sua apertura alla reintroduzione delle preferenze nella legge elettorale e ha difeso l’operato del suo governo, sottolineando i risultati positivi in termini di credibilità internazionale e stabilità economica.
Meloni ha sottolineato la posizione “non subalterna” ma “leale” dell’Italia nei confronti degli Stati Uniti, ribadendo il sostegno all’Ucraina e al piano arabo per la crisi in Medio Oriente. La premier ha inoltre chiarito che l’acquisto di gas naturale liquefatto (GNL) dagli Stati Uniti rappresenta una strategia di diversificazione energetica, indipendente dalle dinamiche politiche interne americane.


La premier ha ribadito l’intenzione di procedere “spediti” con le riforme, a partire dal premierato, e ha evidenziato i segnali di ripresa economica, citando dati Istat e Upb. Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha confermato l’impegno del governo a sostenere il ceto medio e a investire in sanità e istruzione, grazie al calo dello spread.
L’Aula del Senato è stata teatro di accesi scambi tra Meloni e i leader delle opposizioni. Matteo Renzi (Italia Viva) ha accusato la premier di “incoerenza”, mentre Stefano Patuanelli (M5S) ha definito “supercazzola” la proposta di revisione del PNRR. Giuseppe Conte (M5S) ha inoltre criticato la gestione dei centri di accoglienza in Albania, definendo Meloni “un ologramma”.

Meloni ha annunciato l’intenzione di avviare un confronto con i sindacati sulla sicurezza sul lavoro, definendo le morti sul lavoro “una piaga che non possiamo più tollerare”. Il governo si è detto aperto alle proposte dei sindacati e ha annunciato l’intenzione di potenziare il sistema di incentivi e disincentivi per le imprese virtuose.
La premier ha anche detto che entro la settimana sarà rimpatriato il 25% dei migranti trattenuti nel Cpr albanese, criticando le decisioni di alcuni tribunali che ne dispongono il ritrasferimento in Italia.
Tensioni con Renzi e le Opposizioni:
L’ex premier Renzi ha aperto il fuoco, ironizzando sulle “privatizzazioni” del governo e accusando Meloni di “Giochi senza frontiere” anziché sovranismo. La premier ha replicato con stizza, attribuendo le “situazioni compromesse” ereditate a precedenti gestioni e ribadendo l’importanza della riforma del premierato. Il botta e risposta è proseguito con toni accesi, con Renzi che ha definito la riforma “una suocera di cui non parla nessuno”.

Le opposizioni hanno incalzato Meloni anche su altri temi, accusandola di “supercazzola” (Conte) sulla politica industriale e di essere “scollata dalla realtà” (Conte) riguardo alle spese militari e ai consumi. Francesco Boccia (PD) ha criticato i ritardi del governo e ha sollevato questioni su salari, bollette e sanità.
Sanità: Meloni punta il dito contro le Regioni:


Il tema della sanità ha infiammato il dibattito, con Meloni che ha respinto le accuse sulle liste d’attesa, attribuendo la responsabilità alle Regioni. “Non gestiamo quelle risorse per le liste d’attesa, le gestiscono le Regioni”, ha dichiarato la premier, scatenando applausi dalla maggioranza e proteste dalle opposizioni.
La segretaria del PD Elly Schlein ha reagito con una dura nota, accusando Meloni di “scaricabarile” e di aver varato un “decreto fuffa” senza investimenti per la sanità. Anche il M5S ha contestato con veemenza le dichiarazioni della premier.