
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha reso omaggio all’Altare della Patria in occasione dell’Anniversario della Liberazione. Insieme a lui i presidenti del Senato, Ignazio La Russa; della Camera, Lorenzo Fontana; del Consiglio, Giorgia Meloni; della Corte costituzionale, Silvana Sciarra; il ministro della Difesa, Guido Crosetto; il capo di stato maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone; i vertici delle Forze Armate e altre autorità civili.

Al termine della cerimonia, il Capo dello Stato, accompagnato dal ministro della Difesa, si è recato a Cuneo, dove ha reso omaggio al Monumento della Resistenza, poi la visita in forma privata il Museo Casa Galimberti, quindi al Teatro Torselli per la cerimonia commemorativa del 25 aprile. Nel pomeriggio la visita a Borgo San Dalmazzo, al Memoriale della deportazione Museo Memo4345, che racconta la Shoah e ricorda in particolare gli ebrei deportati da questo paese. Poi a Boves al Monumento alla Resistenza. Qui si consumò un massacro di civili innocenti da parte dell’esercito nazista il 19 settembre 1943. Altri due eccidi, sempre nello stesso paese della provincia di Cuneo, avvennero tra il 31 dicembre 1943 ed il 3 gennaio 1944. A scatenare i rastrellamenti e la repressione dei militari tedeschi furono il rapimento di due soldati delle SS e la morte di un terzo per mano della formazione partigiana locale comandata da Ignazio Vian, una delle prime a sorgere in Italia.
La Resistenza “fu anzitutto rivolta morale di patrioti contro il fascismo per affermare il riscatto nazionale. Un moto di popolo che coinvolse la vecchia generazione degli antifascisti. Convocò i soldati mandati a combattere al fronte e che rifiutarono di porsi sotto il comando della potenza occupante tedesca, pagando questa scelta a caro prezzo, con l’internamento in Germania e oltre 50.000 morti nei lager. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo discorso a Cuneo in occasione della cerimonia per il 78° anniversario della Liberazione. E la Costituzione italiana è stata “la risposta alla crisi di civiltà prodotta dal nazifascismo, stabilendo il principio della prevalenza sullo Stato della persona e delle comunità, guardando alle autonomie locali e sociali dell’Italia come a un patrimonio prezioso da preservare e sviluppare. Una risposta fondata sulla sconfitta dei totalitarismi europei di impronta fascista e nazista per riaffermare il principio della sovranità e della dignità di ogni essere umano, sulla pretesa di collettivizzazione in una massa forzata al servizio di uno Stato in cui l’uomo appare soltanto un ingranaggio. Il frutto del 25 aprile è la Costituzione. Il 25 aprile è la Festa della identità italiana, ritrovata e rifondata dopo il fascismo. È nata così una democrazia forte e matura nelle sue istituzioni e nella sua società civile, che ha permesso agli italiani di raggiungere risultati prima inimmaginabili”.
Secondo Mattarella, “il tema della difesa comune è, oggi, al centro delle preoccupazioni dell’Unione Europea, in un continente ferito dall’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina. Sulla scia di quei “visionari” che, nel pieno della tragedia della guerra e tra le macerie, disegnavano la nuova Italia di diritti e di solidarietà, desidero sottolineare che onorano la Resistenza, e l’Italia che da essa è nata, quanti compiono il loro dovere favorendo la coesione sociale su cui si regge la nostra comunità nazionale. Rendono onore alla Resistenza i medici e gli operatori sanitari che ogni giorno non si risparmiano per difendere la salute di tutti. Le rendono onore le donne e gli uomini che con il loro lavoro e il loro spirito di iniziativa rendono competitiva e solida l’economia italiana. Le rendono onore quanti non si sottraggono a concorrere alle spese pubbliche secondo la propria capacità contributiva. Il popolo del volontariato che spende parte del proprio tempo per aiutare chi ne ha bisogno. I giovani che, nel rispetto degli altri, si impegnano per la difesa dell’ambiente. Tutti coloro che adempiono, con coscienza, al proprio dovere pensando al futuro delle nuove generazioni rendono onore alla liberazione della Resistenza”.

Meloni, nel suo primo 25 aprile da premier, auspica – con una lettera al Corriere della Sera – una ‘ritrovata concordia nazionale’ sottolineando che la destra in Parlamento ha dichiarato la sua incompatibilità con qualsiasi nostalgia del fascismo.

“Siamo qua perche’ questa e’ la commemorazione della Liberazione dal nazifascimo. E questo e’ il luogo dove i caduti hanno riscattato il nome dell’Italia. Non e’ il luogo dove fare polemiche ma dove difendere i valori e rispettare il dolore delle famiglie”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, dopo aver deposto la Corona d’alloro alle Fosse Ardeatine per la festa della Liberazione. “Questa festa non deve essere divisiva. Sono persone cadute per l’Italia e per riscattare l’onore del nostro Paese – prosegue – la liberta’ e’ un valore che non puo’ conoscere frontiere o divisioni di parte. Abbiamo il dovere di difenderla ogni giorno con la nostra azione e le nostre scelte, anche con quello che insegnano ai nostri figli”.
