
L’Italia si trova ad affrontare una crescente preoccupazione per la povertà e l’esclusione sociale, con un dato particolarmente allarmante che emerge dalle recenti tabelle Eurostat: il rischio di povertà o esclusione per i bambini sotto i sei anni è salito al 27,7% nel 2024, un incremento significativo rispetto al 25,9% dell’anno precedente. Questo dato contrasta con una stabilità generale del rischio per l’intera fascia under 18, fermo al 27,1%, ma comunque superiore alla media dell’Unione Europea, attestata al 24,2%. Mentre il rischio per i bambini tra i 6 e gli 11 anni mostra un leggero calo, passando dal 26,4% al 25,9%, e si registra una diminuzione anche tra gli adolescenti (12-17 anni, dal 28,6% al 27,9%), la situazione dei più piccoli solleva serie interrogativi sulle misure di supporto alle famiglie.
Complessivamente, il 2024 ha visto un aumento delle persone a rischio di povertà o esclusione sociale in Italia, che hanno raggiunto il 23,1%, rispetto al 22,8% del 2023. Nel dettaglio, il 18,9% della popolazione vive in famiglie con un reddito inferiore al 60% di quello mediano nazionale.
Le disparità regionali rimangono drammatiche. In Calabria, il rischio di povertà raggiunge il 37,2% (seppur in calo dal 40,6%), e in Campania si attesta al 35,5% (in discesa dal 36,1%), valori quasi doppi rispetto alla media nazionale.
La grave deprivazione materiale, che impedisce di sostenere almeno quattro spese essenziali (come riscaldare la casa o consumare proteine regolarmente), affligge il 4,6% degli italiani. Anche qui, la Campania spicca negativamente con un preoccupante 10,3%.
Infine, le famiglie a bassa intensità lavorativa, dove gli occupati svolgono meno del 20% del tempo pieno, rappresentano il 9,2% del totale, in calo rispetto all’8,9% del 2023. Tuttavia, la Campania evidenzia una tendenza inversa e allarmante, con questa percentuale in crescita dal 21,2% al 24,4%.
I dati Eurostat, che considerano una persona a rischio anche se rientra in una sola delle tre categorie (reddito basso, grave deprivazione, bassa intensità lavorativa), dipingono un quadro complesso e pressante, che richiede un’attenzione prioritaria alle politiche sociali, soprattutto in un momento di incertezza economica.