No dei sindacati del settore bancario alle parole del premier Renzi sulla necessita’ di dimezzare nei fatti il numero dei dipendenti del settore. ‘L’affermazione di Renzi circa la necessita’ di ridurre, in 10 anni, di 150mila lavoratori bancari il numero degli addetti nel settore creditizio, merita una sola risposta: Sciopero Generale’, affermano in una nota, in cui inoltre lo invitano a ‘stare alla larga da certi finanzieri d’assalto’ e dicono basta tagli per accontentare i poteri forti.
“Se il presidente del Consiglio non convocherà immediatamente le parti sociali, inizierà una contrapposizione e una mobilitazione totale da parte del sindacato del credito per la difesa dei posti di lavoro e della dignità professionale delle lavoratrici e dei lavoratori”. Lo scrivono in una nota congiunta i segretari di Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Sinfub, Ugl-Credito, Uilca e Unisin, minacciando lo sciopero generale del settore bancario in risposta alle affermazioni fatte ieri a Cernobbio da Matteo Renzi. Parlando al Forum Ambrosetti, il premier ha parlato della necessità di ridurre il numero di banche attraverso le aggregazioni, paventando un sostanziale dimezzamento nell’arco di 10 anni del numero di bancari.
Dichiarazioni che, secondo i sindacati, “rischiano di destabilizzare l’intero settore” e sulle quali le sigle che hanno firmato il comunicato chiedono una presa di posizione anche da parte dell’Abi. “Oggi il piatto è colmo. Non si può più accettare che un Presidente del Consiglio si ostini sistematicamente a stimolare tagli di personale per accreditarsi quei poteri forti che lo hanno sostenuto”, scrivono i segretari, preannunciando che “nei prossimi giorni i nostri uffici studi produrranno documentazioni che contestano e contraddicono quanto affermato dal premier sia sul numero delle filiali che del numero delle banche in relazione al mercato europeo, soprattutto, sul costo del personale e sui trattamenti fiscali e gli oneri pubblici abbondantemente disallineati con quelli pagati dalle altre banche europee”. Tali dati, avverte la nota, “saranno molto simili a quelli presentati dal presidente Abi, Patuelli, lo scorso luglio”.
Il presidente di Bnl, Luigi Abete da’ il proprio appoggio alle parole espresse ieri dal premier sul settore bancario. Renzi – ha detto Abete – ha fatto un ragionamento da politico avveduto e l’ha fatto mettendo in evidenza come nel passato il tema generale del settore bancario fosse stato sottovalutato, onestamente fare sciopero mi sembra come se uno fa sciopero se piove”. Abete rileva anche: “Non ho visto nelle parole di Renzi ne’ una minaccia ne’ una disattenzione, l’ho vista anzi come una consapevolezza, ha detto ‘non ci riduciamo tra 10 anni a discutere di queste cose’, che deve dire uno che fa politica?”.