‘LEU PROGETTO CHE NON AVRA’ FUTURO. CAMPAGNA PD ALLA SACCHI’
‘Gentiloni e’ come la camomilla? Allora io sono la Red Bull. Ma non litigheremo’. In un’intervista al Foglio, Renzi parla del suo rapporto con il presidente del Consiglio. Quanto a LeU, ‘non penso che il progetto avra’ un futuro. D’Alema ha due disegni organici. Primo: tornare a far parte del giro, conquistando uno strapuntino in Parlamento. Secondo: riprendersi in mano la sinistra, cercando di distruggere la leadership’. Quanto alla campagna elettorale Dem, ‘vogliamo giocare all’attacco, non col catenaccio: piu’ sul modello del profeta Arrigo Sacchi che su quello del pur grandissimo Nereo Rocco. Sapendo che giocando all’attacco qualche volta si prende qualche gol’.
“Credo che in campagna elettorale sia necessario un giusto mix tra buon senso, equilibrio e capacita’ di prendere i voti. Sono d’accordo con Paolo quando dice che per il Paese era importante aggiungere un elemento di serenita’ e di distensione e non c’e’ ombra di dubbio che la definizione che Gentiloni ha dato di se stesso al vostro giornale sia, oltre che simpatica, anche veritiera. Io se posso dire, pero’, mi sento piu’ una Red Bull che una camomilla. Non bisogna eccedere con nessuna delle due: bisogna solo ricordare che la forza di un partito e’ nella combinazione tra fattori apparentemente distanti. E sappiate che comunque Red Bull e Camomilla non intendono litigare neppure sotto tortura”. Cosi’, intervistato sul Foglio da Claudio Cerasa, il segretario del Pd Matteo Renzi spiega il suo rapporto con Gentiloni. Si dice d’accordo anche quando il presidente del Consiglio osserva che in questa campagna elettorale, tecnicamente, non esistono i candidati premier “Anche in questo caso. La legge parla di ‘capo politico’. il candidato premier lo individuera’ il presidente della Repubblica sulla base dei risultati come da previsione costituzionale”. Ma se il presidente della Repubblica dovesse dare un incarico a qualcuno del Pd per formare un governo, per quell’incarico il Pd suggerirebbe prima il nome di Renzi o prima quello di Gentiloni? “Pensiamo a diventare primo partito e primo gruppo parlamentare. Fare ipotesi su quello che dovrebbe fare Mattarella e’ istituzionalmente poco corretto: c’e’ un capo dello Stato, decide lui”.
Renzi spiega perche’ il progetto di D’Alema e’ perdente. E perche’ il Pd fara’ campagna sul modello Arrigo Sacchi: “Non penso che quello di Leu sia un progetto destinato ad avere un futuro. D’Alema ha due disegni organici. Primo: tornare a far parte del giro, conquistando uno strapuntino in Parlamento. Secondo: riprendersi in mano la sinistra, cercando di distruggere la leadership. Abbiamo preso il 41%, dal giorno dopo per lui l’obiettivo non e’ stato valorizzare quel risultato, ma distruggere chi quel risultato ha ottenuto. Non c’e’ altro, ma almeno riconosciamogli una certa dose di coerenza”. “In questa campagna elettorale – continua Renzi – provero’ a parlare a quel 40%. E a tutte le persone non del Pd che ci hanno votato per esempio al referendum del 2016 dico: ma chi altro potete votare, se non noi? Se votate Berlusconi, votate anche Salvini. Se votate per Grasso, aiutate Salvini. Noi non facciamo remake di cose che non siamo riusciti a fare nel passato – perche’ il centrodestra la flat tax ha gia’ provato a farla nel 2003 e non c’e’ riuscito. Noi vogliamo giocare all’attacco, puntare sull’orgoglio dell’Italia e dire che il nostro paese e’ piu’ simile all’Italia meravigliosa fatta vedere ogni settimana da Alberto Angela che all’Italia triste e rancorosa fatta vedere ogni giorno dai talk show. Vogliamo giocare all’attacco, non col catenaccio: piu’ sul modello del profeta Arrigo Sacchi che su quello del pur grandissimo Nereo Rocco. Sapendo che giocando all’attacco qualche volta si prende qualche gol. Ma sapendo anche che un grande paese come l’Italia non puo’ permettersi di vivere di solo catenaccio”.
“Il Pd fara’ campagna elettorale per dimostrare che, a differenza dei suoi avversari, noi non vogliamo prendere in giro gli elettori con promesse elettorali impossibili. Noi diremo che gli elettori non sono come dei consumatori a cui vendere la merce. Diremo che la flat tax e’ sbagliata perche’ segue un principio simile allo sceriffo di Nottingham e alimenta le diseguaglianze: togliere ai poveri per dare ai ricchi. Diremo che Il reddito di cittadinanza e’ diseducativo, prima che sbagliato, perche’ alimenta i peggiori istinti assistenzialisti del nostro Paese. Diremo tutto questo ma poi punteremo su un principio importante: la nostra capacita’ di saper fare le cose”. Cosi’ Renzi, che aggiunge: “Vogliamo proseguire nella strada del Jobs act, rendendo sempre piu’ facile assumere a tempo indeterminato. Nel senso che vogliamo proseguire nella strada degli 80 euro, dandoli, compatibilmente con le condizioni economiche, alle famiglie che sceglieranno di avere figli, fino al 18mo anno di eta’. Ci saranno molte proposte importanti e avrete modo di vederle, ma al centro di tutto ci sara’ la nostra capacita’ di governare. I nostri circa 1.500 giorni di governo, sommando i mille giorni di REenzi e i quasi 500 di Gentiloni. E per dimostrare che non vogliamo prendere in giro gli elettori – conclude – diremo chiaramente che nel futuro le nostre leggi di stabilita’ verranno fatte senza superare mai i livelli delle leggi di bilancio fatte in questi mille giorni. Due, tre punti di Pil massimo. Mai una legge di bilancio che abbia un centesimo in piu’ rispetto a quello che siamo gia’ stati capaci di fare”.
“Le liste? Abbiamo fatto un buon mix – dice Renzi – Il nostro Pd e’ quello che dice di si’ alla candidatura di un giovane ma straordinario avvocato come Lisa Noja e dice di no alla candidatura di Antonio Di Pietro. La ragione per cui abbiamo detto no alla candidatura di Di Pietro e’ semplice: rappresenta una cultura giustizialista che noi non abbiamo mai apprezzato e con tutto Il rispetto per la sua persona quella storia rappresenta Il passato. Quando hanno provato a farmelo candidare io ho detto con sincerita’: se volete che Il Pd porti Di Pietro in Parlamento dovete trovarvi un altro segretario”.
L’Europa e’ Il vero spartiacque tra chi tenta di costruire Il futuro dell’Italia puntando sull’idea dell’apertura e chi invece scommette sul modello della chiusura, ha detto Il segretario del Partito democratico, aggiungendo che intende scommettere sull’Europa “per costruire un sogno e non per evocare l’incubo della paura”. Renzi ha infatti spiegato che non e’ negoziabile l’idea che la forma migliore per proteggere chi oggi ha paura sia quella di restringere i nostri confini: “La paura si batte non fuggendo dagli altri ma costruendo con gli altri una rete di protezione. E quella rete di protezione oggi si chiama Europa sociale”. Per quanto riguarda, invece, la possibilita’ che la “grande coalizione” tedesca contribuisca a cambiare l’Ue, Il segretario Pd ritiene che l’Europa abbia bisogno di una Germania forte, ma la presenza di una Francia ancora piu’ forte riequilibra l’asse franco-tedesco: “Nulla di nuovo in Europa. L’unica vera novita’ puo’ essere l’Italia, se riuscira’ ad avere un governo forte: noi lavoreremo per quello”, ha concluso Renzi.
Renzi spiega perche’ il 4 marzo l’Italia ha la possibilita’ di sconfiggere per sempre il Movimento 5 Stelle: “Sinceramente, sono d’accordo con Paolo Gentiloni quando dice che il movimento 5 stelle non ha possibilita’ di arrivare al governo del paese, a meno che dopo le elezioni non faccia accordi con qualcuno, che poi per me significa fare l’accordo con la Lega. Ma allo stesso tempo non dobbiamo dimenticare che il 4 marzo l’Italia avra’ una grande occasione: giocare il suo match point per sconfiggere in modo definitivo il movimento 5 stelle”. “Se il Movimento Cinque Stelle che da mesi dichiara di essere il primo partito non otterra’ la prima posizione- osserva RENZI- assisteremo a uno scontro selvaggio dentro quell’esperienza. Perche’ se sara’ il primo partito probabilmente non governera’ non riuscendo a creare coalizione. Ma se addirittura sara’ secondo – dopo il Pd che oggi e’ distanziato di meno di due punti nei sondaggi, e quindi e’ li’, a un passo – il dato politico sara’ definitivo”. Lo dico, prosegue, “con la consapevolezza di chi riconoscenze che il cinque stelle e’ un’esperienza straordinariamente intrigante della nostra vita politica, come lo puo’ essere un partito in fondo nato dal nulla, ma lo dico forte di una convinzione chiara: il partito guidato da Di Maio e’ governato da una somma di contraddizioni, non di idee, e a mio avviso e’ inevitabilmente destinato ad esplodere, se non vince. Guardate cosa e’ successo con le loro liste: erano partiti dall’idea romantica dell’uno vale uno, sono arrivati ad avere un capo politico teleguidato chissa’ da chi che sbianchetta in segreto le liste nascondendosi dietro l’alibi di un software. Ma per far esplodere del tutto le contraddizioni per il Pd e’ fondamentale stare di fronte a loro alle prossime elezioni anche di uno zero virgola. E chi considera il movimento 5 stelle e il populismo come il vero nemico da battere oggi ha una sola scelta: votare per il Pd. Sia detto chiaro a chi teme l’avanzata del populismo: o li sconfigge il Pd o loro canteranno comunque vittoria”.
“Non penso che quello di Leu sia un progetto destinato ad avere un futuro. D’Alema ha due disegni organici. Primo: tornare a far parte del giro, conquistando uno strapuntino in Parlamento. Secondo: riprendersi in mano la sinistra, cercando di distruggere la leadership. Abbiamo preso il 41 per cento, dal giorno dopo per lui l’obiettivo non e’ stato valorizzare quel risultato, ma distruggere chi quel risultato ha ottenuto. Non c’e’ altro, ma almeno riconosciamogli una certa dose di coerenza”, dice Matteo Renzi.
“In molti collegi un voto a Forza Italia e’ un voto che va alla Lega di Salvini. Cosi’ come se mi e’ consentito anche un voto che va al partito di D’Alema, che nei collegi uninominali non ha alcuna speranza di eleggere parlamentari, e’ un voto regalato al centrodestra di Salvini. Un voto che va a Salvini e’ un voto che va a un partito guidato da un leader che, per capirci, sostiene il no all’obbligatorieta’ dei vaccini, che si presenta alle elezioni con il volto di chi vuole fare pulizia in Italia quando invece non e’ riuscito a fare pulizia neppure nel proprio partito e che ha un’idea d’Europa quantomeno curiosa”. Cosi’ il segretario del Pd. “Un anti-europeista che diventa europeista ogni 27 del mese solo per incassare lo stipendio da europarlamentare e che negli altri giorni del mese invece non tocca palla su nessun dossier. Mai. E quando dico che non tocca palla su nessun dossier – aggiunge – penso a quello che ha detto sui dazi alla Trump. Pensare di mettere i dazi in un paese come l’Italia che vive anche di export significa non sapere neppure come funziona il nostro paese e significa non rendersi conto che un dazio e’ la misura piu’ anti italiana che possa esistere. Le aziende del Nord Est crescono perche’ sono straordinarie realta’ globali: se crei un mercato chiuso le uccidi. Ecco: se devo pensare al politico piu’ distante da me in questa campagna elettorale, penso a Salvini. Io provo a scommettere sull’Europa per costruire un sogno. Lui scommette sull’Europa solo per evocare l’incubo della paura”, conclude Renzi.