SHOAH: MATTARELLA, “CERTI FANTASMI CONTINUANO AD ALEGGIARE” 

 ‘Ripetiamo con particolare determinazione in questi giorni, nelle scuole, nelle università, nei luoghi di lavoro, nelle case e nelle piazze, quel grido forte e alto, che proviene, ogni giorno e per sempre, dal recinto di Auschwitz: Mai più!’, dice il presidente della Repubblica Mattarella alla celebrazione del Giorno della memoria al Quirinale. ‘Auschwitz è la conseguenza diretta delle leggi razziste, ignominiosamente emanate anche in Italia dal regime fascista e della furia antiebraica nazista, di cui il regime fascista e la Repubblica di Salò furono complici e collaboratori, fino alla soluzione finale. Auschwitz rappresenta l’abisso più profondo e oscuro mai toccato dall’umanità. Non è solo passato, ma anche tentazione che sovente affiora. La peste si è spesa, ma l’infezione serpeggia’, aggiunge il capo dello Stato, che definisce ‘dolorosi e inaccettabili’ gli ‘ignobili insulti razzisti’ sui social a Liliana Segre e chiede che le responsabilità siano perseguiti. 

 “Auschwitz provoca sempre infinito orrore, scuote le nostre coscienze, le nostre convinzioni. Genera angoscia, turbamento, interrogativi lacerante. Non si va, non vi si può andare, come se fosse solo un memoriale di un’epoca passata, un sito storico oggi trasformato in un monumento alle vittime di tanta sofferenza. Da Auschwitz -smisurato cimitero senza tombe- si torna ogni volta sconvolti eccellenza, una nebulosa, dove le coordinate si smarriscono e il tempo si ferma. Non è una parentesi, per quanto orribile nel fondo dell’animo dell’uomo È un monito insuperabile e, insieme, una tentazione che sovente affiora. Ripetiamo allora anche noi, con particolare determinazione in questi nostri giorni, nelle scuole, nelle università, nei luoghi di lavoro, nelle case e nelle piazze, quel grido forte e alto, che proviene, ogni giorno e per sempre, dal recinto di Auschwitz: ‘Mai più!'”. Così al Quirinale il Presidente della Repubblica, Sergio 
Mattarella , nella celebrazione per la Giornata della Memoria, alla presenza dei presidenti del Senato, della Camera, del Consiglio e dei ministri degli Esteri, della Difesa, dell’Interno, dell’Istruzione e della Cultura. La cerimonia è stata spostata di un giorno all’indomani delle celebrazioni ad Auschwitz.

“Insieme a molti Capi di Stato e rappresentanti nazionali provenienti da tanti Paesi, ma soprattutto da tutti quelli dell’Europa, che si riconoscono nella sua civiltà, dell’Europa unita anche in questa memoria, ho partecipato alla cerimonia che ricorda l’ottantesimo anniversario dell’apertura dei cancelli del più grande campo di sterminio che la storia ricordi”, dice il Capo dello Stato. “Un evento storico, di straordinaria importanza, che tesse insieme, in un’unica tela, passato e futuro, memoria e responsabilità di oggi. Un evento -rimarca il Presidente della Repubblica- che ha espresso anche il significato di rinnovare un patto tra le Nazioni ei popoli che, in tempi difficili come quelli che stiamo attraversando, in cui la violenza, l’aggressione, l’inimicizia, la guerra sembrano voler prendere il sopravvento, accende una speranza”.

“Abbiamo fiducia nei giovani, nei valori consacrati nella nostra Costituzione repubblicana, che respinge con fermezza le discriminazioni e l’intolleranza. Abbiamo fiducia nella vigilanza attiva delle forze politiche e sociali che, al di là delle legittime differenze, sono unite nel ripudio delle parole e dei gesti di morte. Non cediamo allo sconforto. Abbiamo fiducia nel futuro dell’umanità, nella saggezza dei popoli, nella determinazione di tante donne e tanti uomini in grado di impedire con onestà e coraggio, che le forze oscure possono prevalere sull’aspirazione naturale dell’umanità alla pace, alla giustizia, alla fratellanza “. Per questo non è sufficiente “ricordare”, ma è necessario “ribadire solennemente il nostro comune e inderogabile impegno a non permettere che simili atrocità si ripresentino”, spiega Mattarella, “con la definitiva sconfitta del nazifascismo in Europa, con la ripresa delle democrazie, le ferite non si sono mai del tutto rimarginate” e perché Auschwitz rappresenta “un universo di orrore e di abiezione, che appartiene a quello stesso genere umano che oggi guarda a quella stagione con dolore, sconcerto , talvolta con la tragica indifferenza di chi pensa che si tratti di un passato che non può tornare”. Occorre allora tenere bene a mente, dice il Capo dello Stato, che “Auschwitz è la conseguenza diretta delle leggi razziste, ignominiosamente emanate anche in Italia dal regime fascista e della furia antiebraica nazista, di cui il regime fascista e la Repubblica di Salò furono complici”. e collaboratori, fino alla ‘soluzione finale'”. Invece “il sacrificio dei tanti caduti per la libertà”, ha “plasmato lo spirito e la forma della nostra Costituzione, che è nata -e vive- per cancellare i principi, le azioni, le parole d’ordine del cupo dominio nazifascista, di cui il sanguinoso conflitto mondiale ei campi di sterminio furono gli esiti crudeli e inevitabili”. 

“In luogo della predicazione della guerra d’aggressione, la Costituzione prevede la pace e la collaborazione internazionale. Al posto della discriminazione e della persecuzione, la Costituzione promuove l’eguaglianza e la giustizia. In luogo dell’oppressione, la libertà. Invece dell’indottrinamento e della propaganda che manipola la realtà sino alla menzogna, il confronto e il pluralismo cieca e dell’obbedienza incondizionata, la Costituzione prevede la democrazia, la partecipazione, le garanzie ei controlli”. Quella stessa Costituzione alla quale hanno contribuito “la sofferenza vostra e dei vostri cari” dice Mattarella davanti ai superstiti dei campi di sterminio presenti al Quirinale: Liliana Segre, Edith Bruck, Andra e Tatiana Bucci, Sami Modiano. “Ringraziandovi, ancora una volta, per la testimonianza, per l’impegno di memoria e di verità, per le parole preziose, che non sono mai di odio, di vendetta, ma di giustizia, di umanità, di speranza. Testimoni e vittime di un orrore indicibile, avete portato il peso -evidenzia il Presidente della Repubblica- di sofferenze atroci, trovando dentro di voi la forza di raccontare, di condividere, di far ricordare”. “Avete costruito un ponte con le nuove generazioni, trasferendo coraggio, passione, amore per la libertà, ripulsa per l’ingiustizia e la sopraffazione. Le vostre vicende sono incise, indimenticabili, nella storia della nostra Repubblica”. Perciò, conclude Mattarella , “respingiamo con forza il risorgente antisemitismo, una piaga in crescita: gli italiani di origine ebraica hanno dato un fondamentale contributo alla costruzione italiana ed europea, sono in casa propria, quella condivisa con tutti gli altri concittadini, liberi , protetti, rispettati e tali hanno il diritto di sentirsi. È la Costituzione a stabilirlo solennemente». Quindi, conclude il Capo dello Stato, «è doloroso e inaccettabile che vi siano ignobili insulti razzisti alla senatrice Segre, su quei social media che sono nati come espressione di libertà e che rischiano invece, sovente, di diventare strumento di violenza e di negazione di diritti. Occorre mettervi un argine. Sono reati gravi, che vanno perseguiti a tutela della libertà e della giustizia”. 

“Eravamo incerti non sapevamo cosa fare, poi mio papà decise che saremmo scappati in Svizzera, ci preparò, ebbe un permesso dalle autorità di Como”, “non immaginavamo che una volta entrati in Svizzera gli svizzeri ci avrebbero respinto, riaccompagnati al confine e iì arrestati”. “Avevo 13 anni e mi sembrava impossibile, io italiana, essere arrestata da italiani, così cominciò il giro delle prigioni italiane finchè un giorno da San Vittore fummo portati alla Stazione Centrale, nei sotterranei della stazione dove oggi c’è il Memoriale della Shoah” . Così la senatrice a vita Liliana Segre , in occasione della celebrazione della Giornata della Memoria al Quirinale. “Con grande indifferenza della città di Milano – ha ricordato Liliana 
Segre – il 30 gennaio del 1944 siamo stati portati su camion scoperti, tra calci e pugni di tedeschi e fascisti, fummo caricati su vagoni bestiame, con un poco di paglia per terra”. “Il viaggio per arrivare ad Auschwitz durò una settimana, i più fortunati erano quelli che pregavano, io no, venivo da una famiglia atea, altri piangevano, poi solo silenzio”. La senatrice Segre ha ricordato che “solo tre delle mie compagne di scuola sono rimaste mie amiche e hanno continuato a invitarmi”, dopo l’approvazione delle leggi razziali. “Anche la maestra fu indifferente, come il mondo intorno a me”.

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