
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso forti dubbi sulla sicurezza dei leader internazionali invitati a Mosca per le celebrazioni dell’80° anniversario della vittoria sovietica nella Seconda Guerra Mondiale, previste per il 9 maggio. “Non posso garantire la sicurezza di nessuno”, ha dichiarato Zelensky, paventando la possibilità di “incendi o esplosioni” orchestrati dalla Russia per incolpare l’Ucraina. Il presidente ha inoltre ribadito la sua proposta di una tregua di 30 giorni, nel tentativo di allentare le crescenti tensioni.
La risposta da Mosca non si è fatta attendere. Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ha bollato le dichiarazioni di Zelensky come “una provocazione verbale” tramite un messaggio sul suo canale Telegram. Tuttavia, Medvedev ha lanciato un avvertimento minaccioso: “Nel caso di una vera provocazione nel Giorno della Vittoria, nessuno può garantire che il 10 maggio arriverà a Kiev”. La dichiarazione è stata interpretata come una chiara allusione a potenziali ritorsioni russe in caso di attacchi ucraini durante le celebrazioni.
Le parole di entrambi i leader alimentano ulteriormente le preoccupazioni della comunità internazionale riguardo a una possibile escalation del conflitto, con il 9 maggio che si profila come una data critica. La tensione rimane alta, mentre il mondo attende di vedere se le celebrazioni a Mosca si svolgeranno senza incidenti e se la proposta di tregua di Zelensky troverà un terreno fertile.Fonti e contenuti correlati