
L’ombra dell’impossibilità di una soluzione pacifica si allunga sul conflitto ucraino. Donald Trump, in un’intervista, ha espresso profonda preoccupazione, attribuendo la situazione all'”odio tremendo” che pervade le relazioni tra Volodymyr Zelenskyj e Vladimir Putin. “Forse, la pace non è possibile”, ha dichiarato l’ex presidente statunitense, pur mantenendo una flebile speranza di poter contribuire a porre fine alla guerra.
Le parole di Trump giungono in un momento di stallo delle trattative, con Putin che continua a respingere la proposta di un cessate il fuoco di 30 giorni avanzata da Washington. In un documentario televisivo russo, lo zar ha ribadito la determinazione di Mosca a perseguire la vittoria, sottolineando la disponibilità di “forza e risorse” sufficienti, escludendo l’uso di armi nucleari.
La tensione è palpabile, soprattutto in vista del 9 maggio, data in cui la Russia celebra il Giorno della Vittoria. Mosca ha invitato diversi leader mondiali, tra cui il presidente cinese Xi Jinping, a partecipare alle celebrazioni, ma Zelenskyj ha già espresso la sua preoccupazione per la sicurezza dei partecipanti, data la continua attività bellica. “Non ci fidiamo delle proposte di Putin”, ha affermato il presidente ucraino, facendo riferimento alla fallimentare tregua di Pasqua.
Nel frattempo, la situazione sul campo rimane drammatica. Gli attacchi russi continuano a colpire le città ucraine, inclusa Kiev, dove un raid notturno ha causato feriti e danni. Zelenskyj ha denunciato l'”altissimo livello di cinismo” della Russia, accusandola di chiedere una tregua per il 9 maggio mentre continua a bombardare il paese.
La regione di Sumy è particolarmente colpita, con segnalazioni di attacchi contro aree residenziali e vittime civili. Il governatore Oleh Grigorov ha denunciato l’ennesimo bilancio di morte nella sua regione.
In questo contesto, l’Ucraina continua a chiedere sostegno militare, in particolare dagli Stati Uniti. Secondo il New York Times, un sistema di difesa aerea Patriot, precedentemente di stanza in Israele, verrà inviato in Ucraina dopo essere stato ricondizionato. Inoltre, si discute tra gli alleati occidentali del possibile trasferimento di un’altra batteria da parte di Germania o Grecia.