
Il governo italiano ha decretato cinque giorni di lutto nazionale in seguito alla scomparsa del Santo Padre. La decisione, ratificata dal Consiglio dei Ministri, ha portato alla sospensione di tutti gli incontri calcistici previsti per sabato prossimo. Tuttavia, la concomitanza del periodo di lutto con le imminenti celebrazioni del 25 aprile, Festa della Liberazione, sta già innescando un acceso dibattito politico. Il Partito Democratico ha annunciato la sospensione di tutte le proprie iniziative politiche fino a oggi, 24 aprile in segno di rispetto per il lutto nazionale. Ciononostante, il partito ha confermato la propria partecipazione alle commemorazioni del 25 aprile. Dura la reazione del leader di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, che ha lanciato un veemente attacco: “A Palazzo Chigi sono allergici al 25 aprile”. In risposta alle crescenti polemiche, il Ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, ha chiarito la posizione del governo: “Le cerimonie del 25 aprile sono consentite, ma è auspicabile che si svolgano con la sobrietà che il momento di lutto nazionale impone”.
Il Consiglio dei Ministri ha decretato cinque giorni di lutto nazionale in seguito alla scomparsa di Papa Francesco, un periodo di cordoglio che culminerà sabato alle 10:00 con i funerali in Piazza San Pietro. La decisione, che estende di due giorni il lutto proclamato per Giovanni Paolo II, prevede l’esposizione a mezz’asta delle bandiere sui palazzi pubblici, inclusi quelli delle rappresentanze diplomatiche all’estero, e l’applicazione di veli neri a cravatta alle bandiere esposte all’interno.
Durante il periodo di lutto, manifestazioni pubbliche, eventi culturali e sportivi potranno essere annullati, rimandati o svolti in forma ridotta, e le attività di intrattenimento pubblico sospese. Le autorità pubbliche sono invitate a partecipare a eventi pubblici solo se a scopo benefico o di raccolta fondi.”Ancora non è stata quantificata la risorsa necessaria” per i funerali e la cerimonia di inizio del nuovo ministero di Pontefice, ”ma già un primo provvedimento è stato adottato per i primi 5 milioni di euro”. Lo ha annunciato il ministro per la protezione civile e per le politiche del mare Nello Musumeci.
“Abbiamo adottato il provvedimento che consente al Capo Dipartimento della Protezione Civile di occuparsi di mobilità, di assistenza, accoglienza, in questi giorni fino alla elezione del nuovo Pontefice. Per quanto riguarda le misure di ordine pubblico rimangono in capo al Prefetto di Roma che comunque si raccorderà con il Capo Dipartimento, il quale opererà anche in regime di deroga”. Lo dice il ministro per la protezione civile, Nello Musumeci, lasciando il cdm, con riferimento all’incarico per Fabio Ciciliano. ”Il capo Dipartimento della Protezione civile”, d’intesa con la Farnesina, “si occuperà anche dell’accoglienza delle delegazioni straniere che sono tante…”, ha detto Musumeci.
La concomitanza del lutto nazionale con l’80° anniversario della Festa della Liberazione, il 25 aprile, ha sollevato interrogativi. Il Ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, ha chiarito che le cerimonie commemorative sono consentite, ma con la “sobrietà che la circostanza impone”. Pertanto, la tradizionale cerimonia all’Altare della Patria con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la Premier Giorgia Meloni e altri ministri si terrà come previsto.
Nelle scuole è previsto un minuto di silenzio, mentre le attività private proseguiranno regolarmente, poiché il lutto nazionale non è equiparato a un giorno festivo. Tuttavia, enti pubblici e privati potranno organizzare momenti di raccoglimento o interrompere temporaneamente le attività.
Il lutto nazionale è stato proclamato in passato per altri Pontefici come Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II, nonché in occasione di eventi tragici come il terremoto dell’Aquila, il crollo del Ponte Morandi e la scomparsa di Silvio Berlusconi.
Prima di papa Francesco, furono proclamate giornate di lutto nazionale anche per la morte di altri pontefici ma mai di una durata così estesa: nel 1978 fu proclamato un giorno sia per Paolo VI, sia per Giovanni Paolo I, nel 2005 tre giornate per Giovanni Paolo II. Nulla per Papa Benedetto XVI che si dimise e morì da papa emerito nel 2022.