‘SE VINCO LA SEGRETERIA VETO A FISCAL COMPACT IN TRATTATI’
Tutti rispettino le regole, chi perde non passi i prossimi 4 anni a bombardare il quartier generale. Il messaggio arriva da Renzi nel suo intervento alla Convenzione del Pd, che apre la seconda fase del congresso e da’ il via alla volata verso le primarie del 30 aprile. Renzi dice di accettare la sfida del M5S, che ‘lancia un’Opa sul futuro dell’Italia’.Renzi ha poi annunciato che ‘democrazia contro burocrazia. Se vincero’ la segreteria, il Pd proporra’ di mettere il veto all’inserimento del fiscal compact nei trattati istitutivi dell’Ue’.
Il Congresso del PD arriva al giro di boa. Dopo il voto dei circoli, davanti alla Convenzione nazionale i tre candidati alla segreteria hanno illustrato le ragioni delle rispettive mozioni. Da adesso, con la presentazione delle liste per l’assemblea, si fa sul serio per raccogliere il consenso più ampio necessario a vincere le primarie del prossimo 30 aprile. E proprio sulle primarie, la Convenzione che si è svolta all’hotel Ergife ha regalato il primo colpo di scena: “C’è un candidato azzoppato, gli altri dovrebbero avere un sussulto di umanità”, ha detto Francesco Boccia le cui parole vengono interpretate come una richiesta d invio delle primarie. “Sarebbe sensato”, ha spiegato a breve giro Andrea Orlando. Mentre Lorenzo Guerini spiegava le difficolta’ di un rinvio: “La macchina e’ avviata”. Ma dopo poco, lo stesso Emiliano ha chiuso la discussione: “Non chiedo nulla”. Cosi’, l’attenzione si è concentrata sulle parole dei candidati. Ad aprire e’ stato Orlando, che ha puntato sulle sue parole d’ordine: “Torniamo al popolo. Portiamo da qui al 30 aprile il congresso nel Paese”, ha chiesto il ministro della Giustizia tornando a ‘martellare’ sulla legge elettorale: “Non ci nascondiamo dietro tatticismi: non troviamo voti perchè non li cerchiamo”. Il punto, per Orlando, resta sempre quello che il PD dovrebbe farsi promotore di una proposte che vada oltre il Mattarellum.
Emiliano, in video dall’ospedale a causa dell’infortunio al tendine d’Achille, ha usato toni meno incendiari del solito ma non ha cambiato linea: “Abbiamo proposto una mozione che deve servire assolutamente a ribaltare la piramide del partito democratico. Dobbiamo uscire dalla logica di un uomo solo che salva tutti”. E poi: “Ho provato molte volte ad evitare questi errori e sono stato spesso scambiato per un rompiscatole, per un semplice ‘bastian contrario’. Mi dispiace”. Ma è stato Renzi a infiammare maggiormente la platea della Convenzione. “Sono orgoglioso di essere parte di una comunità che ha un nome, perché 266mila persone che votano e dialogano hanno un nome, democrazia”, ha spiegato il segretario uscente sottolineando: “Tocca a un leader assumersi il carico delle sconfitte, quelli che perdono e danno la colpa ad altri non sono leader ma ‘quaquaraqua’. Se perdi ci rimetti la poltrona te, non mandi via altri”. Renziha evitato le polemiche interne, ma ha chiarito: “Il nostro popolo non ci segue ma ci precede, ci aspetta nei luoghi dove l’unità non è solo proclamata”. Per poi aggiungere: “Le regole si rispettano, valgono per tutti. Dopo le primarie non si passano quattro anni a bombardare il Quartier generale”. L’ex premier ha poi attaccato il M5S.