
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito l’attestato d’onore di “Alfiere della Repubblica” a 29 giovani, quasi tutti under 20, che si sono distinti per il loro impegno nella solidarietà. Il Quirinale ha scelto il tema delle “Nuove vie per la solidarietà” per questa edizione, premiando ragazzi che mettono il loro tempo a servizio dei più fragili, disabili, anziani, o che affrontano a testa alta le proprie difficoltà. I giovani Alfieri sono stati premiati per aver dimostrato altruismo, generosità e responsabilità sociale. Tra loro, troviamo: Edoardo Levanja, che a Monterotondo (Roma) gioca a basket inclusivo con la sua amica disabile. Erik Kokoshi, uno dei più giovani Alfieri, che legge libri alla sua vicina di casa cieca. Sara Cozzolino, campionessa italiana di taekwondo, che allena bambini con disabilità nel suo quartiere di Napoli. Gabriele Ciancuto, che ha scritto due libri per spiegare la fisica e il sistema solare ai più piccoli. Giulio Prodan, che spiega la biologia con esperimenti divertenti attraverso il progetto ClassLab. Tommaso Calligari, che ha ideato un dispositivo di intelligenza artificiale per la diagnosi precoce del Parkinson. Davide Zilli, che ha inventato un dispositivo per la ricarica degli impianti cocleari.
Oltre ai singoli, sono state premiate anche quattro azioni collettive: un gruppo scout (Bari 10) che ha censito un parco urbano, un movimento giovanile di Save the Children di Genova, impegnato contro il bullismo e la violenza di genere, una quinta elementare multietnica di Torino, che si prende cura di un compagno disabile, un gruppo di amiche che hanno salvato un passante colpito da infarto a Trento.
Il Quirinale ha sottolineato come questi giovani siano “protagonisti di una solidarietà moderna che riflette uno spirito dinamico, creativo e tecnologico”. Una solidarietà sempre più accessibile, inclusiva e adattata alle sfide del mondo contemporaneo.”Anche quest’anno – ha sottolineato la Presidenza della Repubblica – i giovani ci insegnano che l’altruismo, la generosità e la responsabilità sociale possono fare la differenza”.