DALLO SCORSO ANNO +5,3%, AL TOP DAL 2016. PER LE AUTO +19,9%
La produzione industriale accelera e cresce dell’1,1% sia nella media del secondo trimestre rispetto al trimestre precedente sia a giugno 2017 rispetto a maggio. Lo comunica l’Istat che nel trimestre precedente aveva rilevato un calo congiunturale dello 0,2%. L’aumento tendenziale, rispetto a giugno 2016, raggiunge il 5,3% nei dati corretti per gli effetti di calendario ed e’ il maggiore a partire dalla fine dello scorso anno. In crescita del 19,9% sull’anno precedente la produzione di autoveicoli. Nella media del secondo trimestre la crescita, rispetto al periodo precedente, e’ del 4,4%.
A giugno 2017 l’indice destagionalizzato della produzione industriale registra un incremento dell’1,1% rispetto a maggio. Nella media del trimestre aprile-giugno 2017 la produzione è aumentata dell’1,1% nei confronti dei tre mesi precedenti. Lo comunica l’Istat in una nota. Corretto per gli effetti di calendario, secondo l’istituto di statistica, a giugno 2017, l’indice è aumentato in termini tendenziali del 5,3% (i giorni lavorativi sono stati 21 come a giugno 2016). Nella media dei primi sei mesi dell’anno la produzione è aumentata del 2,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
L’indice destagionalizzato mensile registra inoltre variazioni congiunturali positive nei raggruppamenti dell’energia (+5,7%), dei beni intermedi e dei beni di consumo (entrambi +1,3%); segna invece una variazione negativa il comparto dei beni strumentali (-0,3%). In termini tendenziali gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano a giugno 2017 una crescita significativa per l’energia (+9,8%); aumentano in misura rilevante anche i beni di consumo (+5,6%), i beni strumentali (+5,1%) e i beni intermedi (+4,0%). Per quanto riguarda i settori di attività economica, a giugno 2017 i comparti che registrano la maggiore crescita tendenziale sono quelli della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+18,5%), della fabbricazione di mezzi di trasporto (+13,6%), della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+12,1%) e della fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+10,8%). L’unico settore che registra una diminuzione è quello dell’industria del legno, della carta e stampa (-1,1%).
“Le riforme dei Mille Giorni producono risultati, noi andiamo #avanti”. Lo scrive su Facebook la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi, sottolineando che “i dati Istat di oggi sulla produzione industriale sono il segno che stiamo andando nella direzione giusta”. “Il superammortamento, la riduzione delle tasse, la strategia della legge di bilancio stanno facendo la differenza. In un anno la produzione industriale cresce addirittura di oltre il 5%”, scrive ancora.
“La migliore risposta a chi vorrebbe tornare indietro: produzione industriale +1,1% a giugno, +5,3% su base annuale”. Così Andrea Romano, parlamentare del Pd, commenta su Twitter i dati Istat diffusi oggi.
“Senza Renzi al governo, e soprattutto con la consapevolezza che il prossimo governo sarà di centrodestra, cittadini e imprese stanno riacquistando fiducia nel futuro”. Lo afferma Licia Ronzulli, membro del comitato di presidenza di Forza Italia, commentando gli ultimi dati Istat. “Ormai i governi della sinistra, non eletti dagli italiani, stanno arrivando a scadenza. E’ cominciato il conto alla rovescia – prosegue l’esponente azzurra – e fra pochi mesi inizieremo la nostra rivoluzione liberale per porre fine all’oppressione fiscale, burocratica e giudiziaria, e liberare finalmente le energie e le potenzialità dell’Italia”.
“Finalmente l’industria italiana riparte. Dopo anni di crisi in cui tutti i settori industriali hanno visto registrare sensibili riduzioni tra produzione, fatturato e ordinativi, i segnali di una concreta ripresa ci sono tutti”. Così Carlo Rienzi, presidente del Codacons, commentando i dati sulla produzione di giugno. “La conferma – segnala Rienzi – arriva proprio dai beni di consumo, comparto che negli ultimi anni aveva subito un vero e proprio tracollo del -30% e che, secondo l’Istat, aumenta ora in modo rilevante con un balzo del +5,6% su base annua”.